Con l’approvazione definitiva del “Decreto Aiuti” con l’ennesima fiducia al governo Draghi, il settore dell’autotrasporto può contare su un aiuto straordinario di 500 milioni per bilanciare il drammatico aumento dei costi operativi.
«Il Governo mantiene l’impegno assunto con la categoria e alle imprese dell’autotrasporto verrà concesso il credito d’imposta, come già reso noto», commenta il presidente di Conftrasporto–Confcommercio, Paolo Uggè, che guida anche la Fai (Federazione degli Autotrasportatori Italiani), secondo cui «è sicuramente un risultato importante, che dimostra la positività del confronto con il Governo, che adesso continuerà sul fronte delle regole sul lavoro e per la sicurezza nel settore, così come previsto dal protocollo d’intesa. I 500 milioni approvati oggi al Senato vanno ad aggiungersi ai circa 400 milioni già stanziati precedentemente alle imprese».
Sul fronte degli autotrasportatori indipendenti, interviene Cinzia Franchini, presidente di “Ruote Libere”: «chiediamo al ministro Giovannini e al suo vice Bellanova di snellire e semplificare le procedure per la richiesta e la fruizione del credito di imposta, pari al 28% del gasolio acquistato nel primo trimestre del 2022, per dare una boccata di ossigeno alle imprese di autotrasporto che da mesi attendono un ristoro per i maggior costi subiti a causa dell’amento folle del carburante».
«Se, malauguratamente, venisse confermato il metodo prospettato dal ministero, con l’avallo delle associazioni maggiori di settore – prosegue Franchini -, le imprese si troverebbero nella drammatica condizione di non poter far fronte ai pagamenti dei tributi (Iva, Inps, Inail, ecc.) previsti in questo periodo. Il credito di imposta generato dal rimborso delle accise, attualmente sospeso, viene infatti normalmente utilizzato in compensazione, quindi per le aziende una partita di giro tra crediti e debiti. Il rischio è quello di mettere all’angolo le imprese sane che avrebbero a questo punto difficoltà anche ad ottenere il Durc».
La procedura individuata dal Mims prevede che la domanda per accedere all’agevolazione vada presentataattraverso un’apposita piattaforma predisposta dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Per fruire del credito di imposta, da utilizzare esclusivamente in compensazione, le imprese beneficiarie devono presentare il modello F24 unicamente attraverso i servizi telematici messi a disposizione dell’Agenzia delle Entrate. Un meccanismo complesso e che rischia di allungare ancora i tempi, secondo l’associazione, di oltre due mesi, per l’ottenimento delle risorse.
«“Ruote Libere” – conclude Franchini – chiede, così come ipotizzato in un primo momento, che si possa utilizzare il credito derivante dalle fatture del primo trimestre immediatamente, con l’indicazione in F24 di uno specifico codice tributo. Questo permetterebbe alle imprese di poter finalmente utilizzare il proprio credito e alla amministrazione un agevole controllo attraverso il vaglio delle domande per il rimborso delle accise presentate nel primo trimestre, in possesso delle Agenzie delle Dogane. Non si tratta solo di un aspetto tecnico ma di una modifica sostanziale e di vitale importanza per aziende da mesi in agonia».
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