Bianco & Nero, diario di una settimana politica vissuta pericolosamente

Draghi ad Ankara in vista ad alto livello istituzionale dal “dittatore” Erdogan. Le contorsioni di Conte e di quanto rimane del M5s. Le simulazioni elettorali sul nuovo assetto parlamentare. 

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elezioni politiche

Quella appena trascorsa è stata una settimana politica vissuta pericolosamente, su più fuochi, nazionali ed internazionali e questa puntata de “Bianco & Nero”, condotta dall’esperto in comunicazione e analisi politica, Gianfranco Merlin, e dal direttore de “Il NordEst Quotidiano”, Stefano Elena, tenta di darne una corretta interpretazione, anche alla luce dei vari sondaggi politici e sulle conseguenze della riforma istituzionale che ha tagliato di un terzo la rappresentanza parlamentare.

A inizio settimana, il premier Mario Draghi ha dovuto fare di necessità virtù andando ad inginocchiarsi al cospetto di colui che solo pochi mesi prima aveva bollato come “dittatore”, quel ras turco che risponde al nome di Recept Tayyip Erdogan, il quale tiene per le palle gran parte dell’Europa sia per la gestione dei flussi degli immigrati, che per il passaggio del gas azero che per la gestione delle conseguenze del conflitto russo-ucraino. Per non dire dello scenario libico, quella “quarta spondaitaliana che i (mal)governanti del Belpaese negli ultimi anni si sono dimenticati di presidiare adeguatamente, sia per la gestione dei flussi di clandestini che per le forniture energetiche dopo il colpo di mano dell’ex premier francese Nicholas Sarkozy, che ha deciso di eliminare Gheddafi il quale da par suo garantiva alla Libia (e all’Italia) una certa stabilità.

La delegazione italiana ad Ankara è stata al massimo livello, con ben cinque ministri e Erdogan non si è fatto scrupolo di approfittare delle debolezze europee ed italiane, presentando il pesante conto dei suoi servigi.

Se all’estero le cose non hanno brillato, neppure in Patria sono andate meglio, complici le contorsioni carpiate di un Giuseppi Conte, leader in cerca di futuro (non dimaiano) per quel che resta del M5s, ormai avviato a fine corsa e tentato dal colpo di mano finale, con l’uscita dal governo per cercare di recuperare una base sempre più scontenta che rischia di finire in mano ad un outsider come Alessandro Di Battista, che si sta scaldando a bordo campo.

Infine, complici le fibrillazioni della politica, i vari centri di ricerca sociopolitica s’affannano a valutare gli scenari politici del dopo elezioni, con l’avvio della riforma istituzionale che ha tagliato di un terzo la compagine parlamentare e la possibilità – invero ardua – di una riforma del gioco elettorale, abrogando i collegi uninominali maggioritari a favore di un proporzionale con sbarramento al 4%, con risultati piuttosto interessanti.

Buona visione de il “Bianco & Nero”.

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