La Corte dei Conti di Venezia ha parificato il rendiconto 2021 della Regione Veneto nella seduta a Palazzo dei Camerlenghi di Venezia, l’unica regione ordinaria che non applica addizionali tributarie locali che riesce anche a ridurre il proprio debito di 1,5 miliardi senza tagliare i servizi ma tagliando gli sprechi e valorizzando gli immobili di proprietà.
I numeri del rendiconto consuntivo del 2021 indicano un fondo cassa positivo, di quasi un miliardo e mezzo, e un risultato di amministrazione con segno positivo pari a 1.215.409.713,83 euro, con una riduzione della partita del debito autorizzato. I dati del bilancio 2021evidenziano che la Regione, in sei anni, dal 2015 al 2021, ha migliorato di 1,531 miliardi il risultato contabile di amministrazione, passato da -316 a +1.215 milioni, mentre dal 2014 al 2021 ha ridotto il debito potenziale di circa 1,854 miliardi (da oltre 2 mld a 185 milioni), rispondendo con una norma regionale alle sollecitazioni arrivate proprio dalla Corte dei Conti. Infine ha sbloccato in modo cospicuo gli avanzi di amministrazione: oltre un miliardo di euro dal 2016 al 2021.
Gli equilibri di bilancio contenuti nel rendiconto 2021 del Veneto sono stati raggiunti adottando, sin dal 2010, una politica di entrata orientata a tenere bassa la tassazione, ed una politica di spesa tesa al perseguimento dell’efficienza e della qualità dei servizi. Per quanto riguarda il comportamento fiscale, in base alla normativa vigente, il gettito potenziale derivante dalla massima variazione delle aliquote in facoltà della Regione (addizionale IRPEF, IRAP, tassa automobilistica, addizionale gas naturale) è pari a circa 1.215 milioni all’anno (circa 250 euro per abitante). Cifra che rimane nelle tasche dei cittadini e delle imprese venete.
Per quanto attiene al profilo dell’efficienza, in questa fase di contrasto all’emergenza sanitaria ed economica il governo dei fattori operativi appare ancora più strategico per riuscire a garantire anche nel prossimo triennio servizi pubblici di qualità ai cittadini del Veneto. A tal proposito occorre necessariamente proseguire nell’opera di controllo, razionalizzazione e contenimento dei costi di funzionamento. Va ricordato a tal proposito che, in base agli ultimi dati disponibili (SIOPE 2021), la Regione Veneto presenta già oggi la spesa di funzionamento (personale più beni e servizi) è la più bassa tra le regioni a statuto ordinario: 95,7 euro, il 54% in meno rispetto alla media delle regioni ordinarie pari a 208 euro. Registra la spesa più bassa tra le regioni ordinarie anche se si aggiungono alle spese di funzionamento gli interessi passivi: 107 euro, contro una media delle regioni ordinarie di 237 euro.
In relazione alla qualità dei servizi, la sanità, che rappresenta il 75% del bilancio regionale, ha mostrato risultati qualitativi e gestionali apprezzabili. La sanità veneta a livello nazionale è risultata al primo posto, sia nel 2018 (da sola) che nel 2019 (insieme alla Toscana), tra le ordinarie per il più alto punteggio complessivo nella garanzia dei Livelli essenziali di assistenza sanitaria. Questo livello di qualità è stato realizzato nell’ambito dell’equilibrio delle gestioni sanitarie: infatti in ogni anno del periodo dal 2012 al 2020 il Veneto è al primo posto tra le regioni ordinarie per il numero di anni (9, come l’Umbria) con risultato positivo o nullo nei conti economici della sanità. Inoltre, sempre nel periodo 2012-2020, ha ottenuto il miglior risultato di esercizio cumulato tra le Regioni, sia a statuto ordinario che speciali: +281 milioni.
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