Nel suo giudizio sulla regolarità dei conti del Trentino relativi al 2021, la sezione regionale della Corte dei Conti ha approvato il documento contabile non senza qualche riserva, tanto da giungere a segnalare alla presidenza del Consiglio dei ministri «di valutare l’eventuale attivazione della Costituzione» in merito alla legge sul rinnovo della concessione A22, legge su cui la Corte «nutre forti dubbi di costituzionalità».
Per rinnovare in capo alla regione Trentino Alto Adige – maggiore azionista singola – della concessione A22, scaduta ormai da 5 anni, supportata dalle quote minori di tutti gli enti locali che si affacciano lungo i 313 chilometri del tracciato autostradale, i politici dei territori le hanno tentate tutte: dalla concessione “in house” alla finanza di progetto. Tutti tentativi che hanno trovato ostacoli e anche l’ultimo messo in campo ora si mette di traverso la Corte dei Contiche invita il governo ad agire. Quando la soluzione definitiva e più efficiente, sarebbe il passaggio della gestionedell’Autostrada del Brennero al patrimonio statale, visto che l’opera è già stata lungamente ammortizzata ed è ora di passare ad un consistente abbassamento o all’azzeramento dei pedaggi, così come sta accadendo in Spagna al termine delle concessioni.
L’operato della giunta trentina guidata dal leghista Maurizio Fugatti viene contestato anche sotto altri aspetti, evidenziando i pesanti limiti gestionali dell’Autonomia speciale della maggioranza di centro destra.
Pur riconoscendo la regolarità contabile e la solidità della posizione finanziaria del Trentino, la Corte dei Conti ha criticato lo «sconfinamento nei limiti statali viene rilevato nella materia delle grandi derivazioni idroelettriche», già impugnata dal governo e parzialmente bocciata dalla Corte costituzionale, invocando una maggiore attenzione sulle spese del personale. La Corte giudica poi “anomale” alcune procedure seguite dall’amministrazione nel corso della vicenda della realizzazione del nuovo ospedale di Trento, che tra ricorsi e contro ricorsi si trascina ormai da oltre 10 anni, con l’ultima puntata che riguarda la tardiva valutazione di inadeguatezza del progetto preliminare presentato dall’impresa risultata aggiudicataria della gara di finanza di progetto e ora rescissa.
Altre critiche riguardano anche la decisione della giunta Fugatti di investire in qualità di socio sovventore nella compagnia assicurativa Itas Mutua, finita anch’essa stroncata proprio da una decisione della stessa Corte dei contil’anno scorso, facendo così risparmiare ai contribuenti trentini 2,8 milioni di euro.
La musica non cambia nelle procedure utilizzate per l’acquisto di due nuovi elicotteri per il servizio di pronto soccorso 112, uno in sostituzione di quello danneggiato nel corso di un intervento e l’altro per sostituire la macchina più vecchia delle tre in servizio alla Protezione civile trentina. In questo caso, si è ancora alle fasi preliminari, con la richiesta a dedurre all’amministrazione provinciale da parte della procura della Corte, che ipotizza un danno erariale di 6 milioni, soprattutto per il mancato ricorso alla gara pubblica.
E se Fugatti vede il bicchiere mezzo pieno del giudizio di parificazione della Corte dei Conti, affermando di essere «soddisfatti per la parifica del Rendiconto 2021 in cui si dà conto di azioni che sono sempre prese tenendo ben presente l’obiettivo di essere a servizio della comunità trentina. Dentro il fare è insito anche il rischio di errare», ci pensa un pezzodella sua maggioranza errante del Trentino come Fratelli d’Italia (che vota a favore della giunta di centro destra senza farne parte attiva) a riportare sui binari l’operato del presidente leghista: «excusatio non petita, accusatio manifesta. Ovvero, se non hai niente di cui scusarti, non ti devi giustificare. Pare infatti perlomeno insolito il gioco di ruoli fra Provincia e Itas dopo l’ammonizione della Corte dei Conti sulla vicenda legata all’ingresso di Piazza Dante nella Mutua in qualità di socio sovventore. Se è ragionevole, da parte di Itas, puntualizzare che la società è in salute e dunque non necessità di “soccorso finanziario” da parte della Provincia, è piuttosto inusuale che la Mutua vada oltre, tentando di giustificare le ragioni che avrebbero portato la provincia di Trento ad investire 2,85 milioni di euro per entrare in società» scrivono in una nota i tre esponenti di Fratelli d’Italia in Consiglio provinciale.
«A un anno di distanza da quella vicenda, non sono dunque ancora chiare le motivazioni della Provincia per un’operazione di cui noi di Fratelli d’Italia, in Consiglio provinciale, avevamo da subito messo in evidenza tutte le criticità dal punto di vista normativo e politico. Mettere 2,85 milioni dei contribuenti trentini in Itas, per giunta in un disegno di legge che avrebbe dovuto riguardante misure a contrasto della pandemia, era un’operazione che richiedeva quantomeno un’adeguata riflessione. Riflessione che avrebbe potuto evitare le conseguenze a cui stiamoassistendo».
Insomma, oltre che dalla Corte costituzionale, dal Tar, dalla magistratura ordinaria e dalla Corte dei Conti, le criticheall’operato di Fugatti & Co. arrivano sempre più forti e ripetute anche da un pezzo della sua maggioranza, strategica per assicurare il passaggio dei provvedimenti leghisti.
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