Governo Draghi fibrillazioni a 5 stelle

Basta un pettegolezzo distribuito a mezzo stampa per fare rivivere le fibrillazioni al governo, così come accadde a Berlusconi nel 2008 con quel “culona inchiavabile” riferito alla Merkel. 

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governo draghi

Basta un pettegolezzo improbabile distribuito a mezzo stampa da uno di quei fogli che più che informare ormai fanno lotta politica per mandare in fibrillazione il governo Draghi, già di suo ampiamente traballante, costringendo il premier ad un frettoloso rientro da un importante vertice Nato a Madrid che ha sancito l’allargamento della sfera d’influenza dell’Alleanza atlantica al fine di calmare gli isterismi a 5 stelle.

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Per mandare in orbita l’autostima di Giuseppi Conte è bastato che l’ottantaquattrenne sociologo vicino ai pentastellati, Domenico De Masi, riferisse ad un foglio un pettegolezzo, secondo cui Draghi avrebbe chiesto all’Elevato Grillo di togliergli di mezzo Conte la cui presenza sarebbe controproducente per l’azione del suo governo. Apriti cielo! Il pettegolezzo è stato gonfiato, rilanciato, pompato fino a farlo scoppiare, tanto da costringere Draghi a doverci mettere una pezza personale, non bastando una formale smentita a mezzo nota stampa, con tanto di visita di riparazione al colle del Quirinale (così come aveva fatto il giorno prima il povero Giuseppi).

Insomma, siamo alla riedizione di quanto successo nel 2008, quando anche allora un pettegolezzo pompato e rilanciato ad arte finì per contribuire alla fine dell’ultimo governo legittimamente eletto dagli italiani. La presunta affermazione fatta dall’allora premier Silvio Berlusconi nei confronti della sua pari grado tedesca, Angela Merkel, con cui l’avrebbe definita una “culona inchiavabile” fu il detonatore dell’indignazione tedesca nei confronti dell’Italia, dello scoppio del differenziale dei titoli di Stato italiani rispetto a quelli tedeschi e la scintilla sulla miccia della stabilità dell’allora governo, che di lì a poco finì commissariato da Monti a dalla schiera di governi non più eletti dai cittadini.

Sarebbe molto bello, oltreché utile, che la politica smettesse di occuparsi del proprio ombelico per affrontare i reali problemi dei cittadini e delle imprese, sempre più in difficoltà per il pesante rincaro dell’energia, della morsa dell’inflazione e delle difficoltà ad operare per la mancanza delle materie prime.

Sarebbe bella una politica che affronta e risolve i problemi reali dei cittadini e delle imprese, senza rimandarli con l’ammuina, magari anche con un po’ di lungimiranza temporale, tanto per non ripetere quelle 13 modifiche in soli due anni ad un provvedimento come il Superbonus 110% che ha finito con il fare più danni che benefici, ad iniziare dai quasi 6 miliardi di truffe sui 33 già impegnati.

Ma vorrebbe dire che l’Italia sarebbe tornata ad essere un paese normale.

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