Bankitalia, Pil del Trentino Alto Adige inferiore a livelli pre Covid

Ma superiore alla media italiana con attese positive anche per il 2022. Nel 2021 pesa calo del turismo. 

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Economia Trentino Alto Adige bankitalia

Nel corso del 2021 l’attività economica nelle province di Trento e di Bolzano ha segnato un rilevante recupero, ma il Pil reale è risultato ancora inferiore ai livelli del 2019 per il 3,2% in Trentino e al 4,3% in Alto Adige: secondo il rapportoL’economia delle Province autonome di Trento e di Bolzano” pubblicato da Bankitalia, ha inciso soprattutto il mancato recupero dei flussi turistici precedenti la pandemia, in particolare di quelli internazionali.

Lo scorso anno, il settore turistico ha risentito ancora in misura rilevante dell’impatto della mancata apertura degli impianti di risalita nella stagione invernale: il calo delle presenze è stato pari al 34,1% in Trentino e al 28,3% in Alto Adige rispetto alla media del triennio 2017-19.

A livello settoriale, l’impatto è stato maggiore sul valore aggiunto dei servizi di alloggio e ristorazione (-15% in Trentino, -20% in Alto Adige) e delle attività artistiche e di intrattenimento (-8% e -12%), direttamente interessati dalle misure di contenimento.

I cali sono stati consistenti anche per l’industria agro-alimentare e i servizi commerciali e di trasporto. Le stime suggeriscono che la completa ripresa dei flussi turistici (sia nazionali sia internazionali) attesa per quest’anno sarebbe sufficiente a permettere un ritorno del Pil sui valori precedenti la crisi sanitaria.

La ripresa del Pil regionale dello scorso anno si è estesa a tutti i settori a esclusione del comparto turistico. Le imprese industriali hanno recuperato i livelli di attività del 2019, certifica il rapporto Bankitalia. Sia in Trentino che in Alto Adige la crescita è stata più intensa per le aziende con almeno 10 addetti, più aperte ai mercati esteri. Le prospettive per il 2022 sono influenzate dal recente rincaro dei beni energetici e di quelli importati, che già nel 2021 aveva determinato un rilevante incremento dei costi complessivi.

Secondo l’indagine sulle imprese della Banca d’Italia (“Invind”), i problemi di approvvigionamento proseguirebberoper tutto il 2022 anche se la struttura economica delle province autonome – meno orientata alle produzioni a elevata intensità energetica, soprattutto in Alto Adige, e caratterizzata da condizioni finanziarie più equilibrate di famiglie e imprese – appare in questa fase più resiliente della media nazionale allo shock energetico in atto.

Il valore delle esportazioni si è riportato su livelli ampiamente superiori a quelli precedenti la crisi pandemica. L’ampia crescita (26,2% in Trentino e 16,4% in Alto Adige, rispetto al 2020) è stata in parte sostenuta dagli aumenti dei prezzi di vendita; al netto della variazione dei prezzi, l’espansione è stata comunque consistente (22,5% e 12,7%, rispettivamente). Nei primi tre mesi del 2022 l’export in valore è cresciuto su ritmi di poco inferiori a quelli del 2021 (23,0% e 12,7% rispetto al primo trimestre 2021).

Nel 2021 la spesa degli enti territoriali, valutata al netto delle partite finanziarie, è tornata a crescere (del 4,6% in Trentino e del 9,1% in Alto Adige, rispettivamente a 9.162 e 11.965 euro pro capite; 4,2% o e 5.342 euro i valori medi delle RSS) certifica il rapporto Bankitalia. La spesa corrente è aumentata, sospinta dai maggiori costi del comparto sanitario, dai trasferimenti a famiglie e imprese per contrastare gli effetti della crisi pandemica e dal ripristino di alcuni servizi pubblici che nel 2020 erano stati parzialmente o totalmente sospesi a causa del confinamento da Covid. La spesa in conto capitale – in forte aumento nella media nazionale afferma Bankitaliaè calata in Trentino a causa dei minori trasferimenti agli operatori economici privati ed è lievemente aumentata in Alto Adige grazie ai maggiori contributi agli investimenti erogati dalla Provincia a favore degli altri enti locali.

Le entrate degli enti territoriali hanno beneficiato della rilevante ripresa dell’attività economica, nonché dei trasferimenti statali volti a limitare gli impatti negativi della pandemia. Gli incassi correnti sono stati pari a 4.949 milionidi euro per il Trentino e a 5.712 per l’Alto Adige (rispettivamente 9.123 e 10.637 euro in termini pro capite), in aumento del 5,3% e del 2,5% rispetto al 2020 (nella media delle RSS sono stati pari a 4.772 euro pro capite).

Quanto alle finanze delle famiglie, dopo il rallentamento del 2020, i prestiti alle famiglie consumatrici trentine e altoatesine sono aumentati in misura marcata (rispettivamente del 6,2% e del 6,5% sui dodici mesi) favoriti da condizioni di offerta ancora distese.

L’aumento delle transazioni sul mercato immobiliare si è riflesso nella forte e perdurante espansione dei mutui per l’acquisto delle abitazioni (principale forma di indebitamento delle famiglie), cresciuti a fine 2021 del 5,9% in Trentino e dell’8,0% in Alto Adige, soprattutto nella componente a tasso fisso.

Nel corso del 2021 – prosegue Bankitalia – il ricorso da parte delle famiglie alle moratorie si è, invece, notevolmente ridimensionato (pari per numero e importo a circa il 10% di quelle registrate nel 2020). I prestiti destinati al finanziamento dei consumi hanno accelerato in provincia di Trento (all’8,0%) e sono cresciuti in linea con il 2020 in quella di Bolzano (al 2,2%). Sulla base di indicazioni preliminari, in entrambe le province la crescita del credito alconsumo e dei mutui è proseguita anche nel primo trimestre del 2022.

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