In questa puntata de il “Bianco & Nero”, l’esperto in comunicazione e analisi politica, Gianfranco Merlin, e il direttore de “il NordEst Quotidiano”, Stefano Elena, s’interrogano sulle conseguenze politiche della mossa di Luigi Di Maio che ha abbandonato il M5s in compagnia di una sessantina di parlamentari, mutando sensibilmente la geografia della rappresentanza politica dei vari partiti, tanto che il M5s perde lo scettro di prima forza politica, facendo emergere la Lega Salvini premier.
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La decisione di Di Maio di mollare Conte & C. è, a parole, giustificata con la necessità di garantire la linea del governo, senza tentazioni aventiniane di abbandonare l’invasa Ucraina al suo destino. Ma, sotto la patina dorata dei buoni propositi, c’è la sostanza della decisione: assicurarsi un futuro politico personale, oltre il divieto pentastellato del terzo mandato. Cosa che per Di Maio e tanti altri ex pentastellati avrebbe significato tornare da dove sono arrivati, spesso dal nulla e dal reddito zero. Uno scenario decisamente poco invitante.
E mentre Di Maio cerca di non ripetere quanto già ampiamente successo a tutti i protagonisti di scissioni e diaspore varie (da Fini ad Alfano fino a Renzi per citare i casi più clamorosi), la politica perde ancora una volta l’occasione per trattare i cittadini tutti allo stesso modo: sull’erogazione del bonus energia da 200 euro, chi lo incasserà certamente e subito sono sempre i soliti noti ipergarantiti: dai dipendenti pubblici ai pensionati, perfino ai redditisti di cittadinanza. Per i lavoratori del privato se ne parlerà ad ottobre inoltrato, mentre per i 5 milioni di Partite Iva – stranamente ricompresi già nella prima stesura del provvedimento, a differenza dei percettori del Rdc – nulla è ancora certo, anzi: quasi sicuramente saranno sacrificati sull’altare dell’estensione ai redditisti di cittadinanza, c’è da scommetterci.
Allargando lo scenario, preoccupa il nuovo fronte di attrito tra Europa e Russia apertosi con il blocco al passaggio delle merci dalla Russia alla sua enclave di Kaliningrad, racchiusa tra le repubbliche baltiche e la Polonia per rispettare la decisione dell’Unione europea al blocco delle importazioni. La situazione è decisamente delicata, non fosse altro che dalle parti delle basi russe sul Baltico di Kaliningrad qualche ditino scivolasse sul grilletto di qualche missile balistico puntato su Bruxelles.
E che dire della situazione venutasi a creare con il blocco delle esportazioni alimentari dall’Ucraina verso i paesi del Nord Africa, con molti casi di proteste popolari per la scarsità di cibo e i relativi aumenti di prezzo? C’è il rischio che la penuria di cibo e a caro prezzo faccia rivivere le primavere arabe e, parallelamente, la voglia di espatriare illegalmente verso l’Italia, sfruttando un’Unione europea ancora poco preparata a difendere i propri confini esterni.
Infine, alcune riflessioni sui ballottaggi alle elezioni comunali, con molti casi di centrodestra che, ancora una volta, eccelle nel farsi male da solo, ad iniziare dal caso di Verona.
Buona visione de il “Bianco & Nero”.
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