Pitesai, il ministro all’ambiente Cingolani torna con i piedi a terra: abbiamo scherzato

Il governo s’appresta a rimettere nel cassetto l’ideologia e a guardare in faccia alla realtà, mettendo mano alle proprie risorse energetiche per non fare la figura dell’utile idiota. 

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Dopo un volo pindarico con qualche capriola e avvitamento, anche il ministro all’Ambiente di area grillina, Roberto Cingolani, torna con i piedi per terra e s’accorge che il Pitesai (il piano regolatore sulle attività minerarie a terra e in mare) è troppo velleitario con la chiusura di oltre 200 sui 220 siti già idonei per l’estrazione di gas e di petrolio, soprattutto ora che la Russia chiude all’Europa i rubinetti del gas metano.

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Come da più parti si afferma, l’Italia poggia su quello che molti tecnici dicono sia un mare di gas, tecnicamente facilmente sfruttabile, ad iniziare da quello sotto i fondali del medio ed alto Adriatico, tanto che i Croati – mica stupidi come i grillini, loro! – si sono già attivati per piantare le trivelle ad un palmo dai confini marittimi con l’Italia, ben sapendo che sotto il fondale il gas non ha confini e vale la regola che chi primo arriva

Dinanzi alla fame di energia e alle pressioni di tutte le imprese energivore che hanno firmato contratti interrompibili per avere sconti sulla fornitura energetica ora pronti a scattare – cosa che di fatto blocca la produzione – il ministro Cingolani s’accorge di avere fatto il passo più lungo della gamba e torna rapidamente sui suoi passi cercando di non farsi notare. Sarebbe opportuno che il governo Draghi ne prendesse atto – con buona pace dei soliti grillini con l’aggiunta di qualche piddino – e decretasse subito il sostanziale congelamento del Pitesai, dando contestualmente il via libera alle trivelle per potere recuperare rapidamente le soglie di produzione energetica nazionale che il Paese aveva fino agli inizi del nuovo millennio, poi tragicamente progressivamente depotenziate a favore delle importazioni sempre più massicce dalla Russia.

Ma occhio ad una cosa: le nuove attività minerarie del Pitesai devono riguardare pure il rilancio della geotermia, ad iniziare dai siti maggiormente promettenti come i comprensori termali o vulcanici perché lì si può trarre energia termica a costo praticamente nullo con emissioni azzerate, potenzialità che fino ad oggi sono rimaste pressoché inutilizzate. E anche qui, è probabile che qualche bell’anima “Nimby” non tarderà ad alzare il ditino dicendo che anche con il geotermico i rischi sono troppi….

Buona visione.

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