Energia, l’Ita(g)lietta dei troppi “No” rinuncia a sfruttare il proprio gas metano e petrolio

Nanni: «troppe occasioni mancate sull’altare della mera ideologia distruttiva, che finiscono solo per danneggiare l’economia nazionale e l’ambiente». 

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Mentre il sistema manifatturiero italiano assieme alle famiglie boccheggia per la scarsità di energia disponibile oltretutto a carissimo prezzo, la politichetta nazionale continua a baloccarsi con i tanti, troppiNo” che vanno ad aggiungersi a quelli di ogni sorta di comitati, tutti con l’unico obiettivo di impedire senza ogni logica la produzione di energia sul territorio nazionale.

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Da poche settimane il Pitesai (il piano regolatore nazionale delle prospezioni per la produzione di gas metano e petrolio su terra e in acqua) ha scritto l’epitaffio su quasi la totalità dei luoghi candidati alla produzione di idrocarburi (da 124 ne sono rimasti una ventina), mentre altri veti locali impediscono l’installazione delle pale eoliche e perfino i pannelli fotovoltaici. E che dire dei termovalorizzatori, autentiche bestie nere di grillini et similia?

La politichetta italiana (ma anche quella europea) si sbraccia per la sostenibilità, dimentica che prima di arrivare a quota zero utilizzo di energie fossili la strada è ancora lunga e irta di ostacoli. Non basta scrivere su una carta che entro il 2035 o il 2050 non si utilizzerà più petrolio o gas metano per concretizzare lo scenario: bisogna preparare la situazione di contesto, accompagnando un percorso che deve contemperare le esigenze economiche e sociali, pena la formazione di gravissime e ingovernabili tensioni.

In quest’ambito, l’Ita(g)lietta dei troppi faciliNo” dovrebbe fare un bagno di realtà (e di umiltà), puntando da subito a sfruttare le potenzialità energetiche nazionali, meno care e più sostenibili di quelle da importazione, per poi arrivare nel tempo ad un nuovo assetto.

In questa puntata di “Focus” di “ViViItalia Tv”, l’esperto in comunicazione e analisi politica, Gianfranco Merlin, e il direttore de “il NordEst Quotidiano”, Stefano Elena, intervistano il fondatore e presidente del Roca (Ravenna Offshore Contractors Association), Franco Nanni.

Buona visione.

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