La politica italiana vira con decisione verso il basso, imboccando la strada del baratro, incapace com’è di avere una visione che vada oltre il domani, prigioniera com’è dell’esito dei sondaggi quasi quotidiani e delle pulsioni scaricate sui vari canali social. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti con un Paese allo sbando, nonostante la presenza di una garanzia come Mario Draghi.
Il problema di fondo è che i partiti hanno da tempo abiurato alla loro funzione basilare di selezionare una classe dirigente all’altezza di questa definizione: ormai pochi leader di seconda o terza scelta fanno a gara per mettere in lista nelle posizioni utili per essere eletti candidati privi della minima esperienza, non solo politica, ma anche professionale. Mai come in questa legislatura, la qualità dei rappresentanti popolari è caduta così in basso.
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I risultati si toccano con mano: politici che fanno a gara per promettere di tutto e di più, immemori dei vincoli di bilancio e di sostenibilità dei conti pubblici, con la gara dei leader di partito – da destra a sinistra – a continuare a fare nuovo debito per continuare ad alimentare la spesa pubblica corrente, invece di impegnarsi a mettere mano a quei 100 miliardi di spesa che alimenta ogni anno varie clientele e manomorte.
I partiti hanno una paura folle ad invertire la tendenza alle regalie, a riportare la Repubblica nell’alveo della meritocrazia e della responsabilità da quello stato ormai fondato sui bonus e del reddito di cittadinanza. Peccato che così facendo, si stanno scavando la fossa, come testimoniano i sondaggi che evidenziano come M5s e Lega Salvini premier siano stati capaci di dimezzare i propri consensi nel giro di soli 4 anni.
Servirebbe un colpo di reni, magari attraverso un rinnovato passaggio costituente per cambiare – finalmente! – quelle regole che fossilizzano il Paese quando i competitori sono anni luce avanti nella gara internazionale. E questo, per un Paese praticamente privo di risorse proprie, dovrebbe essere un imperativo. Che tutti gli attuali leaderini di partito rifuggono.
In questa puntata di “Focus” di “ViViItalia Tv”, l’esperto in comunicazione e analisi politica, Gianfranco Merlin, e il direttore de “il NordEst Quotidiano”, Stefano Elena, intervistano il prof. Paolo Pombeni, politologo emerito dell’Università di Bologna e fine studioso di cose politiche, che traccia un disarmante quadro della politica nazionale.
Buona visione.
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