La norma grillina del Superbonus 110% continua a fare penare per i suoi contenuti continuamente rimaneggiati per una superficale prima stesura che, parallelamente al rilancio dell’edilizia, ha gonfiato anche le truffe e il malaffare, giungendo pure a allargare l’inflazione.
Ora, dopo la stretta sulle cessioni dei crediti fiscali, arriva l’ultima novità inserita alla chetichella nel corso dell’approvazionefinale della norma al Senato: ora, per svolgere i lavori connessi con gli incentivi del Superbonus 110% è necessariorivolgersi ad un’impresa che sia certificata Soa, certificazione che solo poche, grandi imprese possiedono. Di qui la nuova rivolta da parte delle aziende edili più piccole.
«La norma del Dl “Taglia prezzi”, approvata dal Senato, che introduce l’obbligo per le imprese di possedere un’attestazioneSOA per operare nel mercato dei bonus edilizi, ha riportato nell’incertezza cittadini e imprese che ora si trovano in una giungla normativa nella quale hanno difficoltà a districarsi – sottolinea Roberto Boschetto, presidente di Confartigianato Imprese Veneto -. Come era prevedibile, il solo annuncio dell’approvazione della norma ha nuovamente bloccato il mercato, dopo le ultime disposizioni che cercano di riattivare le cessioni dei crediti e hanno facilitato l’accesso al beneficio sino al 31 dicembre 2022 per le unità abitative unifamiliari».
Per Boschetto «l’atteggiamento ondivago del Governo Draghi su questa materia ha già prodotto un effetto frenata. La variazione mensile delle asseverazioni in Veneto è in calo per il terzo mese consecutivo e si è attestata, ad aprile, al +11.1% meno della metà delle percentuali di crescita dello scorso anno. Ora è iniziata la corsa alla ricerca di imprese in possesso di una qualunque delle attestazioni SOA che, peraltro, non rappresenta garanzia assoluta di qualificazione di un’impresa».
«Forse – aggiunge Boschetto – l’intenzione non dichiarata di chi ha promosso la norma è introdurre una barriera di accesso alle opere di valore più elevato in favore di un piccolo numero di imprese certificate SOA (sono solo 812 quelle iscritte in Veneto per le categorie interessate), a scapito delle oltre 54.000 imprese artigiane venete operanti nel compartodelle costruzioni ed installazione di impianti, che costituiscono la vera ossatura del settore e rappresentano la prima risposta alle istanze dei cittadini».
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