Mafia in Trentino: Morra lancia anatemi sul governo leghista del Trentino

Dinanzi ai casi di infiltrazione mafiosa nell’economia dell’Autonomia speciale, il presidente dell’Antimafia è tranciante: «Fugatti? Difetto di intelligenza o altro». Reazioni piccate della maggioranza. M5s difende Morra. 

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Il presidente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra (a sx) e il presidente leghista del Trentino, Maurizio Fugatti.

Presenza con il botto in Trentino Alto Adige della Commissione parlamentare antimafia che a Bolzano e a Trento ha effettuato una serie di audizioni per capire il livello d’infiltrazione della mafia in Trentino nell’economia e politica locale.

A Trento, a seguito dell’indaginePerfido” sulla mafia in Trentino tra le cave del porfido della Val di Cembra – che ha portato anche allo scioglimento di un’amministrazione comunale che per la seconda volta non è riuscita a tornare alle urne – il presidente della Commissione, il grillino Nicola Morra, è stato tranciante nei confronti dei vertici delgoverno trentino, lanciando strali sul leghista Maurizio Fugatti a seguito della sua audizione: Morra ha spiegato che Fugatti«ha affermato di non aver avuto il minimo sentore». «Ci si deve domandare– ha continuato Morrase è difetto di intelligenza o altro».

Riferendosi alla politica, forse distratta da altro, Morra ha detto che «dopo segnali ripetuti di cui hanno parlato, argomentato, ricordando fatti reali, concreti, giornalisti a partire dagli anni ’80 con le proteste e le segnalazioni fatte dai lavoratori del porfido non si può dire che questo territorio fosse all’oscuro di quanto stava avvenendo. I segnali vanno decodificati, può accadere che magari non si conosca come decodificarli oppure che non si vuole guardare a quel segnale perché si intuisce che potrebbe portare ad una verità poco gradita. Vero è che ci sono certi soggetti che dovranno rispondere anche di voto di scambio politico mafioso e questo è particolarmente grave». Bum!

All’attacco di Morra nei confronti della politica locale e dell’attuale vertice dell’Autonomia, è scattato tutto il centro destra, respingendo al mittente le accuse. Il vicepresidente del Consiglio regionale, il leghista Roberto Paccher, giudica come «parole gravi» le affermazioni fatte da Morra specie nei confronti del suo sodale di partito: «qui non siamo in Calabria dove le radici e la diffusione dei fenomeni delinquenziali sono ben diversi».

Parole «vergognose», le ha definite Claudio Cia (FdI); «parole inopportune e sconsiderate» il giudizio di Giorgio Tonini (Pd); «quando ho dovuto fare segnalazioni su possibili infiltrazioni le ho fatte portando nomi e elementi e non sparando nel mucchio senza riscontri», ha detto Filippo Degasperi (Onda).

A difendere Morra il M5s: per il consigliere provinciale Alex Marini «la visita della commissione Antimafia in Trentino Alto Adige dimostra che non tutte le istituzioni dormono di fronte ai rischi connessi alla proliferazione delle mafie nel Nord Italia. La speranza è che questo evento serva a far fare all’intero sistema locale un salto di qualità in termini di attenzione e volontà nel combattere la criminalità organizzata, perché come ha ben detto il presidente Morra, purtroppo da parte della politica trentina manca una presa di distanza netta dalle logiche e dai comportamenti che hanno permesso alle mafie di radicarsi in Regione. In Consiglio provinciale è andato in onda il festival dell’ipocrisia. Il presidente Morra ha usato parole forti sulla mafia in Trentino ma veritiere per sottolineare le mancanze della classe politica trentina nel contrastare adeguatamente le infiltrazioni criminali in Provincia e in Regione. Invece di rispondere nel merito, la classe politica locale ha preferito buttarla in caciara, in alcuni casi anche con toni razzisti, facendo passare la falsa equivalenza secondo la quale criticare i politici trentini per la loro inerzia sarebbe un’offesa verso i cittadini onesti. Sarebbe un giochino ipocrita e anche un po’ patetico, se non fosse che viene messo in atto a discapito di quegli stessi cittadini il cui onore si spergiura di voler difendere».

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