Il gasdotto “EastMed” è «una grande opportunità per l’Italia»: il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, rilancia il progetto che porterebbe per 1.900 chilometri (un terzo in terraferma e il resto via mare) il gas israeliano e libanese, dai giacimenti scoperti al largo delle coste dei due paesi mediorientali, fino all’Italia e in Europa.
«E non solo gas – ha spiegato Giorgetti – ma anche idrogeno verde. Un mix fondamentale anche sotto l’aspetto strategico. Occorre cominciare a valutare questo tipo di collaborazione perché dobbiamo immaginare un futuro decarbonizzato, e quindi pulito. Ma anche in qualche modo strategicamente sicuro con paesi fornitori affidabili. Un progetto – ha proseguito – che è stato molto discusso e poi accantonato. Potrebbe riprendere vigore se la condotta che unisce Israele all’Italia, e quindi alla Ue, fosse disponibile per trasportare non solo gas, ma anche idrogeno verde».
Per Giorgetti «bisogna coltivare queste relazioni, perché nel momento in cui abbiamo scoperto quanto siamo vulnerabili sotto il punto di vista energetico da cui dipende in buona sostanza anche la nostra liberta, quante più fonti energetiche alternative sono disponibili e quante più sono le nazioni fornitrici, tanto meglio è. E Israele è un interlocutore naturale e congeniale per l’Italia».
Il progetto del gasdotto nel Mediterraneo orientale “EastMed” «contribuisce a costruire un mercato interno dell’energia integrato e resiliente e anche a raggiungere gli obiettivi energetici e climatici – ha affermato Tim McPhie, uno dei portavocedella Commissione europea -. E’ in corso un’importante transizione climatica sulla quale stiamo lavorando dall’inizio di questo mandato nel contesto del “Green Deal” e adesso in un altro contesto dovuto anche all’invasione russa dell’Ucraina. Stiamo rivedendo le fonti di energia di cui abbiamo bisogno».
Il gasdotto “EastMed” potrebbe avere un notevole risvolto sulla posizione italiana in campo energetico, rafforzando quella posizione di punto di snodo degli approvvigionamenti per l’intera Europa continentale, quella posizione che la Germania voleva ritagliare per sé con il raddoppio del “NordStream” proveniente dalla Russia, con il potenziamento della linea che arriva dall’Azerbajan, che dovrebbe arrivare in pochi mesi al raddoppio della portata da 10 a 20 miliardi di metri cubi, cui potrebbe affiancarsi anche la nuova linea del gasdotto “EastMed”, cui vanno ad aggiungersi gli esistenti gasdotti che arrivano dall’Algeria e dalla Tunesia in Sicilia.
Di fatto, il Belpaese potrebbe trasformarsi in una sorta di autostrada energetica, dove il passaggio di gas metano o di idrogeno diretto verso altri paesi pagherebbe un pedaggio all’infrastruttura italiana, a vantaggio della bilancia commerciale del Paese.
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