Geopolitica e materie prime al centro del pensatoio di FederUnacoma

Bolletta energetica, emergenza forniture, nuovi materiali, transizione ecologica e cambiamenti climatici. 

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FederUnacoma

I drammatici sviluppi della guerra in Ucraina stanno stravolgendo gli assetti geopolitici ed economici che si erano consolidati nei passati decenni: questo uno dei principali temi del pensatoio di FederUnacoma a Bologna, giunto alla quarta edizioneorganizzato con cadenza annuale dall’associazione italiana dei costruttori di macchine agricole su argomenti di particolare rilievo per il settore agromeccanico. L’edizione 2022 è dedicata a “Meccanica agricola: le nuove sfide. Il contesto geopolitico, emergenza materie prime e rotte commerciali”.

Russia e Ucraina, che in termini di PIL hanno un peso relativo sull’economia mondiale (2% secondo l’OCSE), rivestonotuttavia un’importanza strategica per la fornitura di materie prime energetiche, industriali, agricole. La Federazione russaè il secondo produttore mondiale di gas naturale dopo gli Stati Uniti e ha una posizione di leadbership anche nel settore petrolifero dove figura tra i primi tre produttori al mondo. La Russia inoltre è il primo fornitore di fertilizzanti e di palladio (40% del totale mondiale) e risulta essere, insieme con l’Ucraina, un importante produttore di gas nobili quali argo e neon, utilizzati dall’industria dei semiconduttori.

E’ proprio per la centralità di questi due Paesi nella geografia delle materie prime che, secondo FederUnacoma, le conseguenze economiche della crisi in Europa orientale si stanno facendo sentire a livello globale, soprattutto in quelle economie che dipendono maggiormente dalle importazioni russe e ucraine. L’emergenza è particolarmente acuta in Europa che, come indica un report pubblicato lo scorso 16 marzo dalla società Pricepedia, importa dalla Russia una quota significativa di alluminio (5,5% del fabbisogno complessivo), rame (5,8%), nichel (15,3%) e acciaio (7% contando anche le forniture ucraine). Nel settore dell’energia, come noto, tale dipendenza è ancora più evidente, giacché le importazioni di gas naturale dal territorio russo superano il 35% del totale importato.

La crisi geopolitica e le sanzioni imposte alla Federazione russa hanno accentuato quei fattori di instabilità – pressioni inflattive, interruzioni delle catene di fornitura, movimenti speculativi, difficoltà negli approvvigionamenti – che già prima del conflitto avevano determinato vertiginosi rincari nei prezzi delle materie prime.

L’emergenza colpisce l’industria meccanica in generale e l’industria agromeccanica in particolare. Ora, dopo il forte incremento registrato nel 2021 – con un fatturato stimato in crescita di 2,2 miliardi sul 2020, per un totale di quasi 14 miliardi– la meccanica agricola italiana rischia di vedere compromesso il mantenimento della capacità e dei livelli produttivi, proprio in una fase congiunturale nella quale è chiamata a svolgere un ruolo ancora strategico.

Per FederUnacoma il conflitto tra Ucraina e Russia, che figurano tra i principali produttori mondiali di cereali, sta infatti aumentandol’insicurezza alimentare globale. Il blocco delle esportazioni cerealicole deciso dalla Federazione russa fino al prossimo 1° luglio, e le incognite relative alla ripresa delle attività agricole in Ucraina, creano un deficit di offerta, al quale si aggiunge un probabile aumento dei costi di produzione agricola a causa della minore reperibilità di fertilizzanti e dell’incremento del prezzo dell’energia. In questo scenario la meccanica agricola può dunque fornire un contributo di assoluto rilievo per prevenire quella che alcuni analisti prefigurano come una crisi alimentare mondiale, anche se occorrerà valutare quali capacità diinvestimento avrà il settore primario a fronte dell’aumento dei costi di produzione. Per questo è necessario che il settore venga supportato attraverso misure specifiche finalizzate a gestire e a compensare le tensioni sul mercato delle materie prime.

«Il conflitto militare tra Russia e Ucraina ha aggravato le tensioni sul mercato delle commodity che si erano già manifestate lo scorso anno con vertiginosi aumenti di prezzo e con interruzioni della catena di fornitura, combinandosi con ulteriori rincari nel settore della logistica», ha spiegato il presidente di FederUnacoma, Alessandro Malavolti, aprendo i lavori della sessione plenaria.

«In questo contesto – ha illustrato l’esperto di geopolitica Dario Fabbri intervenuto all’evento – il Paese deve diversificare i canali di approvvigionamento delle commodity mentre le aziende devono esplorare le opportunità offerte da altri mercati giacché è altamente probabile che le sanzioni contro la Russia durino anni».

«Stiamo affrontando una fase congiunturale di grande instabilità che potrebbe prolungarsi negli anni. Mai come oggi dunque – ha concluso Malavolti – è necessario che l’industria agromeccanica italiana faccia sistema, mostrandosi competitiva anche su nuovi mercati e attivando sinergie di settore di cui potrebbero beneficiare sia il comparto nel suo complesso che le singole aziende».

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