La Croazia non ha ancora introdotto, come richiesto con urgenza nel 2019, i programmi televisivi in italiano diffusi regolarmente e che durino sufficientemente a lungo, così come anche per le altre lingue minoritarie, tra cui il tedesco, l’ungherese, il ceco, e l’ucraino: lo denuncia il Consiglio d’Europa incaricato di monitorare come gli Stati membri attuino le misure necessarie a proteggere e promuovere le lingue parlate tradizionalmente dai cittadini nei territori minoritari.
Quanto all’italiano, il Consiglio d’Europa evidenzia che sono stati fatti invece passi avanti sulla raccomandazione del 2019 con cui si chiedevano interventi immediati per velocizzare la traduzione dei libri di testo usati nelle scuole. Secondo le informazioni fornite dal governo croato, ora la traduzione in italiano gode di maggiori fondi e aiuti agli editori.
Il Consiglio d’Europa indica inoltre che «pur apprezzando l’iniziativa di insegnare l’italiano a Zadar (Zara), considera che le autorità debbano consultare la comunità che parla questa lingua per vedere se si debbano introdurre corsi in italiano nelle scuole, e se sia il caso di farlo anche a Pakrac». Infine, Strasburgo sottolinea che è importante assicurare l’insegnamentodell’italiano dall’asilo fino alle secondarie comprese sia a Zadar che Pakrac.
Una situazione ben diversa di quella assicurata ormai da decenni dall’Italia alle proprie minoranze in Friuli Venezia Giulia e in Alto Adige, dove le locali minoranze sono pienamente tutelate nei loro diritti all’utilizzo della lingua madre, cultura e trasmissioni radiotelevisive.
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