Taglio accise: secondo la Cgia bisognava fare di più

Anche l’erario ha guadagnato con il caro carburante. Ancora penalizzato il 92% del mondo che si muove sulle strade e che non fruisce della fiscalizzazione delle accise sul gasolio. 

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tetto al prezzo del carburante

Nonostante il Governo abbia deciso di tagliare in corner di 25 centesimi (prima della seduta del Consiglio dei ministri le bozze che erano circolate in forma semiufficiale riportavano un taglio di “ben” 8 centesimi al litro) il prezzo di benzina e gasolio agendo sule accise sino alla fine di aprile, per l’Ufficio studi della CGIA era necessario fare di più. Come affermato nella conferenza stampa di ieri sera dal premier Draghi, le coperture saranno recuperate con la tassazione degli extraprofitti realizzati in questi ultimi mesi dalle aziende produttrici di energia.

Visto che la manovra nel suo complesso non graverà sulle casse dello Stato, bisognava avere più coraggio. Tra i “beneficiari” di questa straordinaria situazione c’è anche l’erario che, grazie all’aumento dei prezzi dei carburanti, dal gennaio 2021 fino ad oggi può contare su un extragettito di oltre 1,5 miliardi di euro.

Come potenziare la misura presa ieri sera dal Governo? Riducendo, ad esempio, del 50% le accise su benzina e gasolio per autotrazione, portandone così il prezzo alla pompa rispettivamente a 1,74 e 1,78 euro al litro. Il costo per le casse pubbliche sarebbe stato sicuramente importante; almeno 1,5 miliardi di euro al mese, ma necessario per alleggerire con forza i costi che stanno mettendo in grossa difficoltà i bilanci di tantissime famiglie e altrettante imprese.

Con la riduzione di 25 centesimi delle accise, invece, alla pompa il prezzo la benzina è destinata a scendere da 2,18 a 1,93 euro al litro e il gasolio per autotrazione da 2,16 euro al litro a 1,91. L’operazione dovrebbe costare attorno agli 800 milioni di euro. Rispetto al taglio deciso dal Governo, la proposta dell’Ufficio studi della Cgia farebbe risparmiare agli automobilisti 19 centesimi in più al litro la benzina e 13 centesimi in più il gasolio.

Tenendo conto che solo poco più dell’8% degli autocarri immatricolati in Italia ha una massa complessiva superiore alle 7,5 tonnellate, peso oltre il quale il proprietario beneficia di un parziale rimborso delle accise sul gasolio, il rimanente 92% dei mezzi non gode di alcun sconto. Con la riduzione 25 centesimi del prezzo alla pompa, per i piccoli autotrasportatori il risparmio sarà importante, ma ancora del tutto insufficiente, visto che nell’ultimo anno il gasolio per autotrazione è aumentato del 51%: se nel marzo del 2021 costava 1,43 euro al litro, oggi è a 2,16 euro (+73 centesimi al litro).

Si pensi agli agenti di commercio, ai bus operator, ai piccoli autotrasportatori, ai professionisti che, a differenza di molti colleghi europei, dispongono di servizi inferiori e subiscono costi fissi superiori. Se in Olanda, in Germania e in buona parte della Spagna, ad esempio, le autostrade sono gratis, in Italia i pedaggi sono tra i più cari d’Europa. Senza contare che il Paese sconta un deficit logistico/infrastrutturale spaventoso che, secondo il ministero delle Infrastrutture, costa al nostro sistema economico 40 miliardi di euro all’anno. E’ vero che nel decreto anti rincari approvato ieri sera oltre alla riduzione del prezzo dei carburanti sono previste anche delle misure specifiche per l’autotrasporto, queste ultime, però, interesseranno marginalmente i piccoli padroncini, in particolar modo i monoveicolari.

Con la riduzione delle accise del 50%, invece, così come auspicato dalla Cgia, il prezzo alla pompa della benzina scenderebbe dagli attuali 2,18 euro al litro a 1,74 euro (-45 centesimi al litro). Per il gasolio da autotrazione, invece, il prezzo dagli attuali 2,16 euro al litro diminuirebbe a 1,78 euro (-38 centesimi al litro). Per applicare questa misura bisognerebbe comunque acquisire dall’UE una deroga, in quanto verrebbero applicate delle aliquote inferiori ai limiti fissati da Bruxelles.

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