Spesa degli italiani 2022: solo 1 su 4 spenderà di più rispetto al 2019

Preoccupazione per il rialzo dei costi dell’energia, ma attenzione alla trappola dei prezzi: il pericolo è l’inflazione. Le priorità di spesa riguarderanno salute (saldo +10%) ed educazione dei figli (saldo +9%). 

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La pandemia nel 2020 ha letteralmente spazzato via i consumi delle famiglie: a pesare sulla spesa degli italiani non solo le ripetute restrizioni per gli acquisti, ma soprattutto la violenta riduzione dei redditi e l’incertezza per il futuro. Fenomeni che hanno indotto anche le famiglie che non hanno subito impatti economici rilevanti a mantenere un tasso di risparmionettamente superiore rispetto a quello dei periodi precedenti.

Nel 2021, secondo l’analisi condotta dall’Osservatorio Hybrid Lifestyle di Nomisma in collaborazione con Crif, le condizionidi contesto ed il clima di fiducia sono stati certamente più favorevoli, ma hanno permesso di riconquistare appena la metàdei minori consumi dell’anno precedente, con le famiglie italiane che spendono quasi 4.000 euro annui in meno rispetto al pre-Covid.

Un ritardo che difficilmente si colmerà anche nel corso del 2022, nonostante la spesa in crescita rispetto al 2021, ma comunque inferiore ai livelli pre-pandemia. Nel 2022, si assisterà ad un saldo negativo tra coloro che dichiarano che aumenteranno complessivamente la spesa per consumi rispetto al 2019, rispetto a chi pensa di aumentarla (saldo -4%).

Tra i fattori che nel 2022 potranno penalizzare maggiormente i consumi vi è la spinta inflazionistica e l’impatto sul potered’acquisto; gli italiani sanno che dovranno reggere l’urto dell’aumento delle spese obbligate (energia, salute, carburanti) e saranno costretti a comprimere gli acquisti rinviabili e quelli non necessari.

A confronto l’evoluzione della situazione pandemica sembra un elemento che può incidere, ma in misura decisamente inferiore rispetto al passato. Nel mese di dicembre 2021, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC) di Istat, al lordo dei tabacchi, è aumentato dello 0,4% su base mensile e del 3,9% su base annua. A preoccupare non sono solamente le bollette di luce e gas: l’inflazione si pone come minaccia del carrello “allargato” della spesa, con un rischio di contrazionedei consumi per far fronte all’aumento generalizzato dei prezzi e alle conseguenti maggiori uscite.

Altri elementi che potranno intaccare la voglia di ripartenza della spesa degli italiani vanno ricercati nel peggioramento del clima sociale del Paese e la propensione al risparmio delle famiglie, per l’anno appena iniziato, infatti, solo un italiano su quattro immagina di poter dedicare agli acquisti un budget maggiore rispetto al 2019.

Nel 2022 aumenterà la quota di italiani che spenderanno di più per la salute rispetto a chi invece contrarrà la spesa (con un saldo netto pari al +10%), l’educazione dei figli (saldo netto +9%), la gestione dell’auto (saldo netto +8%) e la manutenzionedella casa (saldo netto +6%). Viceversa, si farà maggiore attenzione ai trasporti pubblici (saldo netto -18%) e alle uscitedestinate all’arredamento (saldo netto -16%), per l’abbigliamento e le scarpe (saldo netto -15%) e per la cura della persona(saldo netto -11%).

Guardando agli acquisti futuri, secondo l’Osservatorio Nomisma il 9% degli italiani pensa di acquistare una nuova abitazione e in particolare la fascia d’età 30-44 anni una nuova auto.

Nel 2020 la pandemia ha avuto un evidente effetto sulle condizioni economiche delle famiglie e sulla spesa degli italiani. Lacondizione di povertà assoluta, sulla base dei parametri definiti da Istat, ha riguardato oltre 5,6 milioni individui, vale a dire il 9% delle persone residenti in Italia, mentre nell’anno precedente la quota era pari all’8%. Dalla fine del confinamento ad oggi, non solo le famiglie in povertà assoluta hanno risentito degli effetti economici della pandemia, questi si sono manifestati, in particolare nel Mezzogiorno, portando a situazioni di difficoltà anche nel rispetto degli impegni di pagamento. Nel 2021 emerge così una parte di italiani che ha dichiarato di essere riuscita a far fronte con fatica ai propri impegni finanziari, si tratti di bollette di luce e gas (12%), affitto dell’abitazione, rate dei mutui, dei finanziamenti o dei prestiti personali (8% nel complesso). E se da un lato ci sono famiglie in difficoltà, dall’altro ce ne sono altre che scelgono di non investire a causa della situazione di forte incertezza, incrementando i depositi di liquidità, rallentando ulteriormente le possibilità di attivare la ripresa economica del Paese.

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