«Al peggio non c’è mai fine, una sistema che sempre più fa solo il gioco delle multinazionali del cibo in provetta» sbotta Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia, sulla proposta lanciata dall’ideatore del Nutriscore, il francese Serge Hercberg (professore di nutrizione alla facoltà di medicina dell’università Sorbona di Parigi nord) di bollare con una “F” nera i prodotti contenenti anche minime quantità di alcol, che colpirebbe vino e birra, finora esenti.
La proposta è di aggiungere una serie di colori e lettere, per tutte le bevande che contengono alcol indipendentemente dalla gradazione, al fine di evidenziarne la pericolosità per la salute.
«Ancora una stoccata contro le eccellenze del “Made in Italy” – prosegue Scordamaglia -. La corretta alimentazione va insegnata, è questione di educazione, non basta un sistema di etichettatura ingannevole per aiutare chi ancora (soprattutto in nord Europa) non distingue fra uso e abuso, fra prodotti di qualità e cibi fatti in laboratorio. L’auspicio è che ora a fronte di questa ulteriore proposta di peggioramento del sistema Nutriscore, la Commissione smetta di difenderlo, escludendolo definitivamente dalla proposta di armonizzazione europea».
«Vorrei sapere cosa pensa Macron della “F” nera su tutte le bevande alcoliche» afferma il sottosegretario alle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio, leader francese che, un mese fa, ha firmato un lungo elogio del vino, definendolo parte integrante dell’essere francesi e inscindibile dalla loro arte di vivere.
Da parte di Forza Italia, il deputato Dario Bond parla di «azzeramento di secoli di cultura enoica europea», che «va ad aggiungersi alla decisione della Commissione straordinaria del Parlamento europeo per la prevenzione del cancro. Ci siamo già pronunciati sull’insensatezza dell’originario sistema Nutriscore e sulle conclusioni scientificamente infondate cui è pervenuta la commissione Cota del Parlamento europeo. La nuova proposta di bollare gli alcolici con una moderna lettera scarlatta “F” non può che vederci profondamente contrari».
Di «etichettatura ingannevole che mette in pericolo il sistema produttivo di qualità del “Made in Italy”» parla Coldirettisecondo cui «è del tutto improprio assimilare l’abuso di superalcolici tipico dei paesi nordici al consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità ed a più bassa gradazione come la birra e il vino che in Italia è diventato l’emblema di uno stile di vita “lento”, attento all’equilibrio psico-fisico che aiuta a stare bene con se stessi, da contrapporre proprio all’assunzione sregolata di alcol».
Della stessa idea anche il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti: «ora abbiamo veramente superato ogni limite. Serve un chiarimento a livello politico considerato che il logo Nutriscore è nella titolarità dell’Agenzia nazionale della sanità pubblica francese. La contrapposizione tra Nutriscore e dieta Mediterranea è evidente e insanabile».
Per Cia Agricoltori italiani «suggerire di classificare come pericolose tutte le bevande alcoliche, perfino quelle che contengono una piccola quantità di alcol, è davvero grave e intollerabile. Si sta assistendo a una continua criminalizzazione, in primis del vino, senza fare una necessaria distinzione tra consumo moderato e abuso e cancellando completamente valori come la qualità e la tradizione. C’è bisogno di un nuovo scatto a livello politico per bloccare ipotesi come questa, che sono dannose per il settore».
Secondo Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare, «la proposta di applicare un bollino nero agli alcolici è l’ennesimo attacco senza alcun fondamento scientifico alle nostre eccellenze alimentari. L’ennesima proposta scellerata di un sistema, quello del Nutriscore, che si basa sulla distinzione tra cibi salubri e insalubri, profondamente sbagliata. Siamo di fronte a un attacco irrazionale. È chiaro che il consumo dell’alcol debba essere moderato e consapevole, ma bollarlo come qualcosa di sbagliato senza se e senza ma è l’ennesima scelta insensata di un sistema che penalizza le nostre eccellenze senza apportare nulla di buono alla salute dei consumatori».
Infine Michela Pallini presidente di Federvini esprime «stupore e sconcerto per il tentativo di voler applicare nel peggior modo possibile un sistema discriminatorio, penalizzante e fondamentalmente sbagliato come il Nutriscoreanche alle bevande alcoliche. E’ un vero affronto all’intelligenza dei consumatori prima di tutto, oltre a rappresentare uno schiaffo per un comparto che rappresenta, da secoli, non solo una ricchezza economica, ma soprattutto un modello di vita e di civiltà. Etichettare in rosso, o addirittura in nero come nel nostro caso, un cibo o una bevanda, significa mettere alla gogna e criminalizzare un prodotto senza associarlo alle modalità o occasioni di consumo».
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