Sono passati più di quattro anni da quel 22 ottobre 2017 con cui le regioni Veneto e Lombardia chiamarono la popolazione ad un referendum per esprimersi sulla richiesta di maggiore autonomia riconosciuta dalla Costituzionevigente. Peccato che da allora ad oggi di parole ne siano scorse a fiumi, anzi ad oceani, salvo giungere a nulla di concreto se non ad un tentativo di centralizzare ancora di più la forma di stato italiano.
Ora tocca ad un leader sempre più criticato e bolso come quello della Lega, Matteo Salvini, tirare fuori dall’obliol’argomento, nel tentativo di rilanciare una Lega in carenza di consenso con uno dei cavalli di battaglia storici della fu Lega Nord: «sull’autonomia penso possa essere giunto a buon punto. Ne ho parlato con il ministro Gelmini e ne parlerò con il presidente Draghi appena finisce la quarantena – ha detto Salvini in un programma radiofonico -. Sarebbe un bel segnale di futuro e fiducia l’estensione delle responsabilità degli enti locali. Non dispero e non escludo di riuscire a chiudere il percorso dell’autonomia prima della fine della legislatura».
Salvini ha poi aggiunto «che con l’attuale maggioranza occorre molto ottimismo. Noi ci proviamo, così come ci proviamo su altri fronti come il tema dell’autonomia di cui ho parlato con Luca Zaia e Attilio Fontana. Sarà un anno da mettere a frutto non per litigi fra partiti ma per chiudere alcuni dossier. Quello sull’autonomia ormai è chiesto da tutte le regioni, perché significa maggiore responsabilità, intervento diretto degli enti locali e superamento delle lungaggini statali».
«L’auspicio di Matteo Salvini va nella direzione del rilancio dei nostri territori – dichiara Fabrizio Cecchetti, vice capogruppo della Lega alla Camera dei Deputati e coordinatore della Lega Lombarda per Salvini Premier -. La Regione Lombardia è pronta e non aspetta altro che dare una risposta a quei milioni di cittadini lombardi che nell’ottobre 2017 hanno votato “Sì” al referendum per l’autonomia, per accelerare il percorso verso un regionalismo differenziato come previsto dalla nostra Costituzione. Ora attendiamo un segnale concreto dal ministro degli Affari regionali Gelmini: non perdiamo altro tempo, partiamo».
Stessa posizione da parte del presidente del Veneto, Luca Zaia: «ben venga la presa di posizione di Matteo Salvini, condivido totalmente la sfida. Questo governo può scrivere una vera pagina di storia del Paese. L’autonomia è una vera assunzione di responsabilità e il percorso per raggiungerla è stato iniziato dal Veneto e ha avuto la sua celebrazione con il referendum del 22 ottobre del 2017. In tutti questi anni, nonostante gli ultimi ventiquattro mesi dominati dalla pandemia, abbiamo lavorato con questo obiettivo; da qui alla fine della legislatura ci sono tutti i presupposti per chiudere l’accordo a livello nazionale».
Per Zaia «l’autonomia è un segnale di modernità, è la via per fare uscire il Paese dal torpore medievale che ancora lo affligge e guardare a un nuovo rinascimento. Noi come Regione del Veneto siamo pronti a raccogliere la sfida, visto e considerato che abbiamo lavorato proficuamente con gli uffici del ministro Gelmini. Siamo certi che le nostre proposte sono perfettamente accoglibili e questo ci potrebbe avviare alla firma dell’intesa come previsto dalla Costituzione».
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