Rinnovo concessione A22 il commissario Ue Breton stoppa i sogni autonomistici

«Necessario tutelare la concorrenza». Risposta ad un’interrogazione M5s che stoppa la procedura in corso. 

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Autobrennero concessione a22 autostrada del brennero
La sede di Autobrennero a Trento.

La risposta fornita dal Commissario europeo per il mercato interno e i servizi, Thierry Breton, all’interrogazionedell’europarlamentare M5s Sabrina Pignedoli riguardo al rinnovo senza gara della concessione di A22 conferma quello che i pentastellati affermano da tempo: considerate la attuali regole europee, affinché l’attuale società concessionaria possa mantenere il controllo dell’autostrada Brennero-Modena evitando il confronto concorrenziale, è necessarioche i soci privati che detengono il 14% circa del capitale vengano liquidati e A22 torni ad essere interamente pubblica.

Il trucchetto escogitato dai vertici della regione Trentino Alto Adige – maggiore azionista singolo e azionista di maggioranza assoluta con l’apporto delle quote degli enti locali regionali -, che punta ad evitare la gara mantenendo i privati all’interno del capitale dell’autostrada sulla base di una serie di interventi in finanza di progetto di durata trentennale appare quindi per quello che è, ovvero «l’estremo tentativo di infrangere le regole e continuare a garantire la gestione di un bene pubblico con un approccio privatistico, oltre che a favorire la distribuzione a soggetti ben introdotti di profittiderivanti da un monopolio naturale» affermano l’eurodeputata Pignedoli e i due consiglieri provinciali Alex Marini e Diego Nicolini.

A fronte della risposta, molto circostanziata, del commissario Breton «appare evidente una volta di più come la regione Trentino Alto Adige debba chiarire senza mezzi termini se intenda liquidare i privati e procedere con l’affidamento della concessione “in house”, oppure se voglia comunque procedere con il “project financing”, con tutti i rischi annessi e connessi in termini gestionali e strategici».

Proprio per mettere in chiaro la posizione della Regione, i consiglieri regionali pentastellati hanno presentatoun’interrogazione specifica, l’ennesima sull’argomento, che sottolinea la mancanza di una discussione informata sul punto da parte delle assemblee legislative interessate.

La posizione del M5S rimane quella avanzata nel 2018: «gestione di A22 pubblica al 100%; affidamento “in house”; semplificazione della componente societaria; trasparenza nella gestione; coinvolgimento della popolazione delle scelte strategiche; stop alla costruzione di nuove strade e autostrade e allargamento di quelle esistenti; sí al rafforzamento delle infrastrutture e dei servizi di trasporto pubblico intervallivi e che si innestano sull’asse del Brennero».

Per quanto riguarda la finanza di progetto, «appare chiaro a tutti come si tratti di un trucco pensato per cercare di giustificare la presenza dei privati nella società in assenza di gara, nel contempo investendo le risorse raccolte con l’incasso dei pedaggi per la costruzione di nuove strade che serviranno solo a peggiorare la già critica situazione ambientale – scrivono i tre esponenti grillini -. La politica regionale ha scelto una volta di più la strada di chi privatizza gli utili e socializza le perdite. Noi non ci stiamo e continueremo a lottare contro un modo di fare politica che piega l’interesse di tutti i cittadini a quello di pochi».

Ma la soluzione finale, dinanzi a una lunga serie di pasticci politici ed istituzionali che non ha pari, rimane una sola: al termine di una concessione autostradale – e nel caso di A22 è già scaduta da ben 5 anni – il bene deve ritornare nella completa gestione e proprietà dello Stato, con conseguente azzeramento dei pedaggi. Se lo fa la Spagna perché in Italia si deve continuamente assistere al rinnovamento di rendite di posizione stratosferiche ai danni dei consumatori?

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