Prezzo dei carburanti: nuova fiammata che spinge al rialzo l’inflazione

Record da 8 anni che allarma consumatori e produttori. Indispensabile ridurre le accise per rilanciare l’economia. 

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I nuovi rincari del prezzo dei carburanti che si stanno registrando presso i distributori portano un pieno di benzina e gasolio a costare circa 15 euro in più rispetto allo stesso periodo del 2021: lo afferma il Codacons, commentando i dati settimanali forniti dal ministero della Transizione ecologica (Mite).

«Oggi la benzina, con un prezzo medio pari a 1,778 euro al litro, costa il 20,4% in più rispetto ad un anno fa – afferma il presidente del Codacons, Carlo Rienzi -. Il gasolio (1,647 euro/litro) è aumentato in un anno del +22,3%, incrementi che hanno effetti diretti sulle spese dei consumatori: solo per i rifornimenti di carburante una famiglia spende oggi 362,4 euro in più all’anno a causa dei rialzi dei listini alla pompa. Agli effetti diretti vanno aggiunti quelli indiretti sui prezzi al dettaglio, considerato che in Italia l’85% della merce viaggia su gomma, e che a costi di trasporto più elevaticorrispondono listini al dettaglio più cari, con un duplice danno per le tasche delle famiglie».

Protesta anche Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori (Unc): «in appena 4 settimane i prezzi dei carburanti hanno recuperato, con gli interessi, tutto quanto avevano perso in un mese e mezzo, con la discesa ininterrotta registrata da metà novembre fino alla fine dell’anno scorso. Raggiunto per la benzina un nuovo record storico che non si registrava dal 9 settembre 2013, 8 anni e 4 mesi or sono. Anche per il gasolio si tocca il primato dal 13 gennaio 2014, 8 anni fa».

Secondo i calcoli dell’Unc, denuncia Dona, «in una sola settimana il rincaro, per un pieno da 50 litri, è di oltre 1 euro, 1 euro e 22 cent per la benzina e 1 euro e 35 cent per il gasolio. In meno di un mese, dall’inizio dell’anno, un litro di benzina è aumentato di quasi 6 cent (5,90), pari a 2 euro e 95 cent a pieno, il gasolio di oltre 6 cent (6,18), equivalenti a 3 euro e 9 cent per un rifornimento, pari a 74 euro su base annua – prosegue Dona -. In un anno esatto, dalla rilevazione del 25 gennaio 2021, quando la benzina era pari a 1.476 euro al litro e il gasolio a 1.346 euro al litro, un pieno da 50 litri costa 15 euro e 12 cent in più per la benzina e 15 euro e 3 cent in più per il gasolio, con un’impennata, rispettivamente, del 20,5% e del 22,3%. Un balzo che equivale, su base annua, a una stangata pari a 363 euro all’anno per la benzina e a 361 euro per il gasolio».

Il nuovo record del prezzo dei carburanti aggrava il gap competitivo dell’Italia che deve affrontare costi per il trasporto merci superiori dell’11% rispetto alla media europea per un valore di 13 miliardi all’anno. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento all’aumento dei prezzi dei carburanti che pesano sulle famiglie e sulle imprese.

In Italia il costo medio chilometrico per le merci del trasporto pesante è pari a 1,12 €/km, più alto di nazioni come la Francia (1.08 €/km) e la Germania (1.04 €/ km), ma addirittura doppio se si considerano le realtà dell’Europa dell’Est: in Lettonia il costo dell’autotrasporto è di 0,60 €/km, in Romania 0.64 €/km; in Lituania 0,65 €/km, in Polonia 0.70 €/km secondo l’analisi di Coldiretti su dati del Centro Studi Divulga.

In un Paese come l’Italia dove l’85% dei trasporti commerciali avviene per strada, il nuovo record del prezzo dei carburanti – precisa la Coldiretti – ha un effetto valanga sulla spesa con un aumento dei costi di trasporto oltre che di quelli energetici. A subire gli effetti è l’intero sistema agroalimentare dove i costi della logistica arrivano ad inciderefino dal 30 al 35% sul totale dei costi per frutta e verdura.

Più che a baloccarsi su ipotetiche riduzioni delle agevolazioni sui carburanti, il governo Draghi farebbe meglio a mettere mano ad un sensibile taglio delle accise gravanti sui carburanti, ad iniziare dal gasolio e dal Gnl, i cui prezzi stanno mandando alle stelle i costi della logistica e la stessa inflazione, azzoppando una crescita economica già stentata di suo.

Invece di ascoltare le suadenti sirene dell’ecologismo da salotto, la politica farebbe meglio ad affrontare concretamente il caro carburanti e la relativa disponibilità, puntando ad incrementare la produzione nazionale di gas sia dagli impianti già esistenti che da quelli che devono essere autorizzati e attivati al più presto.

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