Pil 2022: Bankitalia rivede al ribasso la stima, azzerato con l’inflazione

Il Pil cala dal 4% al 3,8% per «elevata incertezza». La crescita si indebolisce: +2,5% nel 2023 e +1,7% nel 2024. 

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Causa «l’incertezza elevata con rischi di ribasso per la crescita», Bankitalia lima al ribasso la crescita del Pil 2022 che passa dal +4% al +3,8%, rivedendo al rialzo dal 6,2% al 6,3% la crescita del 2021. Ma quello che preoccupa è il rialzo dell’inflazione, che si attesterà al 3,5% nel 2022, praticamente azzerando la crescita netta dell’economia nazionale, certificando come l’Italia abbia necessità di una più forte, coraggiosa e rigorosa cura e riforma per rilanciare l’economia in modo sostanziale.

Secondo Bankitalia, il Pil tornerà «ad espandersi in misura sostenuta dalla primavera», recuperando i livelli pre-pandemici intorno alla metà del 2022. L’espansione dell’attività proseguirà «a ritmi robusti, seppure meno intensi rispetto a quelli osservati in seguito alle riaperture nella parte centrale del 2021».

Il nuovo quadro macroeconomico conferma una crescita del 2,5% nel 2023 e dell’1,7% nel 2024, anche i questo caso con una crescita reale praticamente azzerata da un’inflazione che si attesta attorno all’1,6%.

Lo scenario di previsione realizzato da Bankitalia «è basato sull’ipotesi che i nuovi contagi raggiungano un picco nel primo trimestre dell’anno, senza tradursi in un severo inasprimento delle misure di contenimento, ma con riflessi negativi nel breve termine sulla mobilità e sui comportamenti di consumo. La diffusione dell’epidemia si attenuerebbe dalla primavera, grazie anche all’ulteriore progresso della campagna vaccinale. Lo scenario presuppone inoltre che le condizioni monetarie e finanziarie rimangano favorevoli, nonostante un lieve aumento dei tassi di interesse nominali nell’orizzonte di previsione».

Per Bankitalia, le previsioni per il 2022 «sono più contenute di quelle rese note di recente dagli altriprincipali previsori, formulate prima che si manifestasse il nuovo peggioramento del quadro pandemico; per il 2023 risultano più elevate di quelle diffuse in ottobre dal Fondo monetario internazionale e sostanzialmente in linea con quelle degli altri previsori privati e istituzionali».

Quanto all’inflazione secondo Bankitalia «la componente di fondo sarebbe pari all’1,0% quest’anno e aumenterebbe progressivamente fino all’1,6% nel 2024, sostenuta dalla riduzione dei margini di capacità inutilizzata e dall’andamento delle retribuzioni».

La ripresa dei consumi proseguirà «a un ritmo elevato», ma il recupero dei livelli pre-pandemici si completerà «con un ritardo di circa un anno rispetto a quello del Pil. Nella prima parte del 2022 i consumisarebbero frenati dal permanere di un atteggiamento di cautela nei comportamenti di spesa, dettato dall’evoluzione della pandemia, e dagli effetti del rincaro dei beni energetici, che comprime il potere d’acquisto delle famiglie – osserva Bankitaliatornerebbero a crescere in maniera sostenuta dalla prossima primavera, grazie al miglioramento del quadro sanitario, al graduale rientro dei prezzi dell’energia e alla prosecuzione della ripresa dell’occupazione».

La spesa delle famiglie aumenterà mediamente del 4,4% nel 2022, per poi rallentare a circa il 2% nel successivo biennio. Il tasso di risparmio, salito al 15,6% nel 2020 (dall’8% nel 2019), scenderà progressivamente, riportandosi ai valori pre-crisi nel 2024.

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