Caro tariffe energia elettrica e gas: gli effetti su una Pmi

Boschetto: «le nostre imprese rischiano nel 2022 di vedere questa voce di spesa aumentare anche del 200%». 

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«Siamo preoccupati per la sopravvivenza di tante aziende che con il caro tariffe rischiano, nel 2022, di vedere energia elettrica e gas aumentare anche del 200% – afferma Roberto Boschetto, presidente di Confartigianato Veneto -. I nostri laboratori iniziano a rinunciare a prendere nuovi ordini (anche se in forte crescita in questi mesi) perché gli aumenti dei costi delle materie prime, tra le quali spiccano l’energia e il gas, sono impossibili da trasferire sulla committenza, con una situazione che ci allarma molto in quanto una parte delle imprese rischia addirittura di non riaprire dopo le festività natalizie».

Il problema è particolarmente grave per le imprese che non rientrano tra gli sconti, per altro insufficienti, alle tariffedeliberato dal governo Draghi, per diventare drammatica per tutte quelle imprese che non hanno contratti di fornitura a prezzi bloccati.

«Gli aumenti nell’ultimo trimestre del 2021 hanno messo in seria difficoltà tutte quelle imprese (che sono molte) che hanno contrattualizzato tariffe indicizzate per le loro fornbiture, e che mai avrebbero pensato di trovarsi in una situazione di questo genere – continua Boschetto -. Situazione che non migliorerà sicuramente nel 2022 infatti tutti gli indicatori già oggi dicono che il primo trimestre sarà certamente, in termini di costo dell’energia, ancora più pesante dell’ultimo trimestre 2021».

Gli aumenti delle tariffe dell’energia elettrica e del gas stanno mettendo in seria difficoltà molte imprese, in particolare quelle di piccole dimensioni. In questa fase sottoscrivere nuovi contratti con forniture a tariffa fissa (quindi molto alte) appare non conveniente perché comporterà il mantenimento delle stesse per l’intero periodo contrattuale. Nel contempo, sottoscrivere contratti a tariffa indicizzata comporterà costi molto alti per il primo trimestre, che è il periodo dell’anno con maggiore utilizzo di energia elettrica e gas, sperando poi di poter beneficiare degli eventuali cali dell’andamento della borsa elettrica, di cui però non c’è certezza.

«La situazione è insostenibile. Le imprese non possono vivere sull’incertezza e il timore di quel che può accadere da qui alla primavera. Come si può programmare la propria attività? – si chiede Boschetto -. Il CAEM, il consorzio di nostro riferimento per le forniture di energia elettrica e gas, che opera per diverse migliaia di piccole imprese, ha fatto alcune simulazioni sugli aumenti nel 2022, sulla base dell’attuale andamento del prezzo della borsa elettrica sia sul gas che sull’energia. Ne emerge uno scenario davvero impressionante».

Rispetto al 2021, un’azienda della plastica che utilizza annualmente 2,5 milioni di kWh avrà un aumento della spesa della materia prima del 289%, passando da 186.257 euro a 725.761 euro; un’azienda meccanica con 1,2 milioni di kWh/anno subirà un aumento del 287%, passando da euro 88.034 euro a 341.320 euro. L’aumento per un’azienda della ceramica con 20.790 kWh annui sarà del 254%, passando da un costo materia prima di 1.798 euro a 6.372 euro, mentre per il gas, con 1.921 mc mensili, l’aumento sarà del 358%, passando da un costo medio mensile di 436 euro a 2.076 euro. Un caseificio che consuma 594.462 kWh/anno avrà un aumento del 281%, con costi che passeranno da 42.225 euro a 160.864 euro, mentre per il gas a fronte di un consumo mensile di 20.112 mc avrà un aumento del 398%, passando da una spesa media mensile di 4.188 ero a 20.882 euro. Un molino con 1.454.494 kWh annui passerà da un costo del 2021 di euro 99.338 a euro 388.615 con un aumento del 291%.caro tariffe

Un caro tariffe che fanno chiedere a Boschetto «rapidi interventi dei produttori di energia e del governo per calmierare le tariffe del primo trimestre 2022, per evitare che molte aziende sospendano o, peggio, chiudano la propria attività sotto la scure del caro energia».

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