A pari reddito tasse diverse tra lavoratori dipendenti, autonomi e pensionati

Anche la Finanziaria 2022 mantiene l’odiosa differenza di trattamento, specie fino a 22.000 di reddito. 

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Tasse: anche la Finanziaria 2022 mantiene l’odiosa disparità di trattamento tra i medesimi redditi a seconda che i percettori siano lavoratori dipendenti, autonomi o pensionati. Una situazione che secondo alcuni ha anche rilievodi costituzionalità, visto che tutti i cittadini dovrebbero essere uguali, anche di fronte al fisco.

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Ma così non è e anche gli ormai famosi 8 miliardi di taglio delle tasse hanno forse allargato la forbice esistente tra lavoratori autonomi e dipendenti, specie per le fasce di reddito più basso, quelle fino a circa 22.000 euro lordiall’anno, per poi andare a riequilibrarsi verso quota 30-35.000 euro. Peccato che un lavoratore dipendente, già ampiamente garantito da reddito sicuro, ammortizzatori sociali, 30 giorni di ferie, indennità di malattia, permessi retribuiti, contributi pensionistici venga privilegiato anche con una sostanziale tassazione di favore, con il risultato che chi sta nella fascia fino a 16.000 euro lordi paga in tasse solo 692 euro contro i 2.742 di un autonomo e i 2.228 euro di un pensionato, secondo i conteggi realizzati da una fonte autorevole ed indipendente come “il Sole 24 Ore”. Differenze che vanno attenuandosi man mano che cresce il reddito, per equipararsi oltre la soglia di 50.000 euro lordi.tasse

Secondo “Lo Schiacciasassi” sarebbe giusto, equo, doveroso che, a parità di reddito, ci fosse uguale trattamento fiscale. Non è tollerabile ulteriormente che il lavoro autonomo sia continuamente penalizzato, aggiungendo punizioni a condizioni oggettive di svantaggio. Tanto che il numero delle Partite Iva attive nel 2021 sono calate in modo preoccupante. Anche a causa della mancanza di qualsiasi paracadute sociale, quello che invece hanno i lavoratori dipendenti e i pensionati.

Sarebbe giusto un cambio di passo, un riconoscimento dell’apporto alla società di coloro, come i professionisti, che vengono tassati già alla fonte con una gabella del 20% all’emissione della fattura. Una tassazione che, tra le fasce di reddito basse, non ha uguali, che la Lega diceva di voler cancellare (Bitonci dixit), salvo essere una delle tante promesse scritte sulla battigia del mare, lavata via alla prima onda.

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