Alla vigilia di Natale, “Lo Schiacciasassi” invia una letterina a Babbo Natale confidando che qualche richiesta possa essere accolta da chi di dovere, almeno si spera.
Nella sua missiva, “Lo Schiacciasassi” parte dall’attualità, dai contenuti della legge Finanziaria 2022 in corso di approvazione, ancora una volta in modo del tutto inusuale con un ramo del Parlamento sostanzialmente impossibilitato ad esaminarla e a discuterla, in pieno contrasto con il dettato costituzionale che dovrebbe essere fatto rispettare a partire dal Presidente della Repubblica, dove fanno la loro comparsa una serie di provvedimentiche hanno poco a che fare con gli interessi pubblici, ma molto spesso di quelli “particolari”. Per non dire del continuare a perseverare con pervicacia degna di miglior causa su provvedimenti che hanno già ampiamentedimostrato di essere, così come sono stati concepiti, largamente inadatti agli obiettivi dei loro proponenti. Cosa serve mettere un altro miliardo di finanziamento al reddito di cittadinanza quando è assodato che non è idoneo né ad eliminare la povertà – che è cresciuta -, né a far trovare un posto di lavoro ai disoccupati, che è una continua miniera di truffe e di disaffezione ai lavori meno pagati – ma indispensabili per il corretto funzionamento di tuttala società? E del “Superbonus 110%” che pure il premier Mario Draghi si è detto stupefatto che non si sia riuscito a modificare nelle storture più macroscopiche, che hanno generato truffe per circa 4 miliardi di euro e innescato la speculazione al rialzo di gran parte dei materiali edili?
Nel campo fiscale, il governo e il Parlamento ha partorito un piccolo taglietto delle tasse, che avrebbe potuto esser anche maggiore se solo si avesse avuto il coraggio di affondare il bisturi nel bubbone canceroso degli sprechi di Stato che sono stimati attorno a quota 50-60 miliardi di euro, ma i partiti non hanno avuto il coraggio e la lungimiranza sufficiente ad intervenire sulla loro manomorta. Lo stesso con il diverso trattamento fiscale dei medesimi guadagni, a seconda se questi siano da lavoro dipendente, da lavoro autonomo o da pensione. Una disparità di trattamento – a tutto vantaggio di quello dipendente già abbondantemente garantito – che ormai è totalmente ingiustificata e che i partiti del centro destra non hanno fatto nulla per limitare.
Il governo Draghi era partito con il piede giusto, con l’obiettivo di rimettere in galleggiamento la barca Italia dopo la perigliosa azione del nocchiero Giuseppe Conte e della sua allegra ciurma. Peccato che dopo solo qualche mese la politica politicante abbia ripreso il sopravvento, di cui la vittima più illustre è proprio la legge Finanziaria 2022, con i partiti che smaniano nel voler tornare in possesso del pallino, tanto che lo stesso Draghi ha dato loro una sorta di preavviso di trovarsi un nuovo timoniere.
Partiti che sono ormai l’ombra dei movimenti politici del passato, di quelli che riuscivano a selezionare e a formare una classe dirigente degna di questo nome, dove agli incarichi più delicati arrivavano personaggi sperimentati e non emeriti Signor Nessuno magari scelti in qualche riffa elettronica con pochi click, incapaci pure di esprimersi correttamente in italiano.
Caro Babbo Natale, quello che ti affida “Lo Schiacciasassi” non è affatto semplice, ma la speranza è l’ultima a morire.
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