La decisione della Commissione delle politiche anti cancro del Parlamento europeo (Beca) che vuole equiparare il vino alle sigarette, magari apponendo sulle bottiglie etichette allarmistiche e minatorie come quelle che già coprono gran parte dei pacchetti delle sigarette ha messo in allarme le organizzazioni agricole e anche gran parte del mondo sanitario, in quanto non è assolutamente scientificamente confermato che il consumo moderato di vino nuoccia alla salute, come viceversa è confermato nel caso del fumo.
«Prendere di mira l’alcol a prescindere, sia di alta gradazione – particolarmente amato nei paesi nordici – che quello a bassa gradazione – tipico del vino, da sempre uno dei capisaldi della dieta mediterranea – è semplicemente fuorviante, che rischia di fare più danni che benefici alla salute – attacca il deputato azzurro Dario Bond -. Non si deve dimenticare che negli ultimi decenni si è consolidato il parere del mondo sanitario secondo cui un consumo moderato di vino ai pasti sia benefico per la salute, per l’apporto di polifenoli. Non solo: la viticoltura contribuiscea mantenere l’uomo sui terreni spesso marginali, tanto che in molti luoghi d’Europa – ad iniziare dal Veneto – i vigneti sono degli autentici giardini che costituiscono un plus per il paesaggio, tanto da essere riconosciuti e tutelati come Patrimonio dell’Umanità Unesco, come nel caso dei vigneti di Conegliano e Valdobbiadene».
Bond ricorda l’aspetto economico connesso al vino: «dalla campagna alla cantina e alla distribuzione, attorno alla produzione di vino in Europa girano milioni di posti di lavoro, miliardi di fatturato e di export, tanto da essere uno dei volani dell’economia, oltre che ambasciatore della migliore cultura enogastronomica mondiale, universalmente riconosciuta, apprezzata ed imitata in tutto il mondo».
«Sarebbe auspicabile che in campo enologico gli organismi europei si dessero una regolata – sottolinea Bond -: da una parte, si sforzano di tutelare le proprie denominazioni da parte della concorrenza sleale (non sempre riuscendoci) sempre più agguerrita; dall’altra, fanno a gara nel demolire il lavoro di tutela e valorizzazione del vino».
Infine, «sovviene il dubbio che per l’alcol a Bruxelles si faccia come si è tentato di fare con il Natale – conclude il deputato di Forza Italia -: cancellarlo con una circolare per non dare fastidio a gruppi sociali che non si riconoscono nella tradizione cattolica di gran parte dell’Unione europea. Se così fosse, sarebbe un ulteriore pessimo segnale».
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