Confesercenti, il Covid-9 ha falciato 4.000 euro a famiglia di consumi

De Luise: «è come se le famiglie italiane avessero perso due-tre mesi di guadagni». «La via maestra è la riforma del fisco e il taglio delle tasse». 

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Il presidente di Confesercenti, Patrizia De Luise.

La pandemia da Covid-19 ha falciato i consumi: nonostante il recupero registrato durante il 2021, dall’inizio dell’emergenza sanitaria, secondo Confesercenti la crisi innescata dal Covid-19 ha cancellato quasi 4.000 euro di spesa a famiglia. Il dato è la somma della riduzione dei consumi rispetto al livello pre-crisi registrata in media da ogni famiglia nel 2020 (-2.653 euro) e nel 2021 (-1.298 euro), per un totale di -3.951 euro.

A livello territoriale, secondo le stime di Confesercenti, l’arretramento peggiore si registra in Toscana, con una perdita reale di 9.119 euro di spesa per nucleo familiare. A seguire, nella classifica delle regioni che hanno perso di più, il Molise (-5.903 euro a famiglia), il Piemonte (-5.724 euro) e la Basilicata (-5.491 euro). Ma perdite superiori ai 5.000 euro per nucleo familiare si rilevano anche in Sardegna (-5.305 euro), Veneto (-5.117 euro) e Valle D’Aosta (-5.014).

Una compressione dei consumi delle famiglie appena sotto la soglia dei 5.000 euro si registra in Lombardia (-4.969 euro per nucleo) e Trentino Alto Adige (-4.620 euro), mentre subiscono una perdita superiore ai 3.000 euro Puglia(-3.951 euro), Emilia Romagna (-3.776 euro), Marche (-3.413 euro) e Umbria (-3.338 euro).

Sopra i 2.000 euro è la riduzione di spesa stimata Calabria (-2.796 euro a famiglia), Liguria (-2.676 euro) Campania(-2.626 euro) e Friuli Venezia Giulia (-2.554 euro). Contengono invece le perdite – comunque sopra la soglia dei 1.000 euroLazio (-1.568 euro a famiglia), Abruzzo (-1.402 euro) e Sicilia (-1.025).

A pesare sul calo dei consumi, spiega Confesercenti, diversi fattori. Innanzitutto, i confinamenti e le restrizioni che hanno interessato l’Italia tra il 2020 e i primi sei mesi del 2021; incidono anche la riduzione dei redditi da lavoro, l’inflazione e l’incertezza, che porta le famiglie a mantenere un tasso di risparmio ancora ben superiore rispetto a quello dei periodi precedenti alla pandemia.

«La pandemia ha avuto un impatto devastante sui consumi delle famiglie – commenta il presidente nazionale Confesercenti, Patrizia De Luise -. Sommando i consumi persi nel 2020 e nel 2021, è come se le famiglie avessero perso due-tre mesi di entrate. Bisogna intervenire per accelerare il recupero, perché dai consumi interni dipende circa il 60% del Pil nazionale. La via maestra è quella fiscale: la riforma del fisco, che inizierà proprio con la manovra di quest’anno, deve liberare il più possibile le risorse delle famiglie».

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