La Camera di commercio di Verona, le province di Trento e di Verona, il comune di Verona (, ovvero i quattro sociex Aerogest Srl, società attualmente in liquidazione) e Save Spa hanno reso noto che, stante il percorso intrapreso, non verranno rinnovati i patti parasociali scaduti relativi a Catullo S.p.A., la società di gestione degli aeroporti di Verona e Brescia.
I soci «confermano la condivisione e la continuità di obiettivi e piani di sviluppo relativi agli aeroporti di Verona e Brescia, che hanno saputo esprimere grande capacità di resilienza nelle difficoltà determinate dalla pandemia».
I patti parasociali erano stati firmati nel 2014 per regolare i rapporti tra i soci pubblici (che hanno il 47% delle quote) e il socio privato più forte, la Save di Enrico Marchi (che detiene il 41,8% e gestisce anche gli aeroporti di Venezia e Treviso). Quei patti erano scaduti già nel 2019 ma erano stati prorogati di anno in anno fino ad ora.
I soci pubblici continueranno ad avere la maggioranza delle quote e il principale socio privato resta in minoranza. Nel consiglio d’amministrazione i soggetti pubblici avranno 5 seggi e i privati 4, e resta inteso che il privato, che è il partner industriale, ha il mandato di gestire l’aeroporto, mentre al pubblico spetta la funzione di controllo.
A seguito dell’aumento di capitale sottoscritto da tutti i soci, sono stati avviati i principali lavori di ampliamento del Catullo, che hanno una valenza strategica per lo sviluppo degli aeroporti e la loro funzione di riferimento per l’economia e l’occupazione dei territori serviti.
A fronte di questi importanti risultati – proseguono i soci – la gestione procede sulla base delle regole di contenute nello Statuto della società che assicurano stabilità nel tempo. Il traffico dell’aeroporto Catullo è in graduale recupero, nel periodo gennaio-ottobre dell’anno in corso i passeggeri sono stati 1.186.106, pari al 40% dello stesso periodo del 2019 e in crescita del 19,3% rispetto ai primi dieci mesi del 2020. L’aeroporto di Brescia procede nello sviluppo delle sue potenzialità, che si stanno esprimendo con dati di traffico importanti: il 2020 si era chiuso con una crescita cargo del 27,8% sul 2019. Un andamento positivo che prosegue anche nell’anno in corso: il periodo gennaio – ottobre segna un incremento cargo del 37,3% rispetto allo stesso periodo del 2019 e del 5,2% sul 2020.
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