Per limitare la circolazione del Covid-19, in Alto Adige tornano le mascherine all’aperto (cosa che sarebbe opportuno estenderla spontaneamente in tutto il Paese, anche per rallentare la diffusione dell’influenza stagionale che quest’anno pare più virulenta), sui mezzi pubblici va indossata la Ffp2 e nei comuni “zona rossa” i bar e ristoranti devono chiudere alle 18.00 e scatta il coprifuoco dalle 20.00 alle 5.00.
Il provvedimento che entra in vigore mercoledì 24 novembre è stato preso dal presidente della provincia, Arno Kompatscher che ha pronta un’ordinanza con l’obiettivo dichiarato di fermare il diffondersi della pandemia, che in Alto Adige sta riprendendo slancio, e garantire l’avvio della stagione sciistica dopo un intero inverno con gli impianti di risalita fermi.
Intervenendo con rigore nelle zone più colpite dalla quarta ondata del Covid, la provincia di Bolzano spera di evitare provvedimenti ancora più restrittivi, come il confinamento austriaco appena scattato per due settimane, oltre ad una nuova fermata per il commercio e il turismo in vista delle festività di fine anno.
L’Austria è stata travolta in pieno dalla quarta ondata e da oggi ha decretato il confinamento per la rapidissima crescita dei contagi, similmente a quanto sta avvenendo in Germania. Il rischio concreto è che anche in Alto Adige la pandemia da Covid possa aumentare in modo esponenziale nel giro di pochi giorni. Preoccupa la situazione in alcuni comuni, come Rodegno, all’ingresso della val Pusteria, dove attualmente l’8,16% della popolazione risulta positiva. I comuni in procinto di entrare in “zona rossa” sono in tutto circa una ventina. In queste località scatta la chiusura anticipata degli esercizi pubblici per limitare la circolazione e l’incontro tra le persone.
Drastico il segretario della Svp, Philipp Achammer: «dobbiamo evitare nuovamente il sovraccarico degli ospedali. Serve la solidarietà di tutti. Non si tratta di discriminare i non vaccinati, ma di consentire agli immunizzati delle libertà. Ciascuno deve assumersi la sua responsabilità». Achammer ribadisce che «tutto va fatto per evitare un altro confinamento, ma che ormai nulla è più garantito».
Stante la situazione che fa già registrare il rallentamento delle prenotazioni per la stagione turistica invernale, con la gente che sembra sempre più propensa ad evitare inutili viaggi e potenziali contagi, sarebbe forse opportuno anche limitare la circolazione interregionale, limitando l’accesso a mercatini di Natale e impianti di sci solo ai residenti. Non c’è dubbio che questo possa essere un pesante sacrificio economico, ma con un costo sicuramente inferiore a quello di avere nuovamente piene le rianimazioni ospedaliere, oltre alle camere mortuarie.
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