Re-cig: i mozziconi di sigaretta rivivono negli occhiali e nei manici d’ombrello

Originale idea di una startup incubata a Progetto Manifattura a Rovereto che ha ideato un sistema che trasforma i filtri usati delle sigarette in acetato di cellulosa. 

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Re-cig, i due fondatori: Marco Fimognari e Nicola Bonetti.

Dai marciapiedi delle città, dove vengono spesso incautamente gettate, alla montatura dell’occhiale o al manico di un ombrello: è questa la “seconda vita” che hanno avuto 2 milioni di mozziconi di sigarette grazie al primo anno di attività di Re-cig, la startup innovativa, insediata a Rovereto in Progetto Manifattura che ha brevettato un innovativo sistema che intercetta in appositi “punti fumatori” metallici quanto rimane delle sigarette fumate, stoccandole in appositi contenitori e smembrandole, separando carta, tabacco e filtro.

Proprio il filtro è oggetto di Re-cig, che viene appositamente trattato e ritrasformato in acetato di cellulosa, un prodotto plastico adatto a diverse attività produttive. Tra gli impieghi più comuni, quello nell’occhialeria, nella stampa 3D e nella produzione di manici per gli ombrelli. Una bella storia di ingegno e di riciclo esempio puntuale dell’economia circolare.

Nata nel 2019 dall’amore per il tabacco dei due fondatori, Marco Fimognari e Nicola Bonetti, la startup, unica nel suo genere in Italia, gestisce il servizio di stoccaggio, raccolta e riciclo delle sigarette attraverso oltre 500 punti fumatori installati in centri commerciali, imprese e comuni, da Trento a Ragusa e punta all’assunzione di un nuovo dipendente per far fronte agli interessamenti che arrivano anche dall’estero, in particolare da Polonia, Germania e Spagna.

Fimognari, che nella vita è anche imprenditore in una realtà di carpenteria metallica, spiega: «sono un fumatore e mi son sempre chiesto che fine facessero i mozziconi che buttavo via. Un giorno mi son detto: perché non provare a riciclarli?»

Da qui il coinvolgimento dell’amico Nicola Bonetti, anch’egli imprenditore nel settore delle vendite al dettaglio, la partecipazione ad una gara per startup “120 secondi” di Trentino Sviluppo, la ricerca di uno spazio di progettazione in co-working, l’avvio del dialogo con l’Università di Trento per studiare la fattibilità dell’idea e il deposito, nel 2019, del brevetto relativo all’intero processo di riciclo.

«Il processo – spiega Fimognariè molto semplice. Noi installiamo i nostri posaceneri e forniamo contestualmente all’impresa o al centro commerciale delle unità di stoccaggio capaci di contenere oltre 100.000 mozziconi dove gli punti fumatori andranno svuotati una volta pieni. Poi, con cadenza regolare, ritiriamo questi maxi-contenitori e li portiamo nel nostro capannone a Cirè di Pergine Valsugana».

Qui, inizia il ciclo di lavorazione vero e proprio. I mozziconi vengono lavati, setacciati, si separano i residui di tabacco e le cartine dai filtri e questi ultimi – che non essendo biodegradabili rischierebbero di diventare microplastiche inquinantivengono ritrasformati in acetato di cellulosa. Questo polimero, dopo aver superato gli opportuni controlli di conformità nel rispetto delle autorizzazioni ottenute, può essere reimmesso sul mercato.

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I mozziconi di sigaretta in una prima lavorazione.

Gli impieghi, ad esclusione del settore alimentare, sono davvero molteplici: dall’occhialeria alla realizzazione dei manici per gli ombrelli, passando per le custodie dei cellulari, le penne e il filo per la stampa 3D. Prodotti di piccole dimensioni e ad alto valore aggiunto: da 2 milioni di mozziconi di sigaretta, pari alla raccolta di questo primo anno di attività, si ricavano infatti appena 600 chilogrammi di plastica.

L’impresa si appresta a chiudere il 2021 con un volume d’affari di 200.000 euro. Ai due soci, all’unico dipendente e ai tre collaboratori commerciali si aggiungeranno presto altri 1-2 nuovi assunti. Ad oggi sono 500 i punti fumatori distribuiti da Re-cig nei centri commerciali, nelle aziende, negli incubatori d’impresa – tra cui Progetto Manifattura e Polo Meccatronica a Rovereto – e nei comuni di tutta Italia, da Trento a Ragusa.

E anche se cominciano ad arrivare i primi interessamenti dall’estero, in particolare dalla Spagna e dalla Germania, Fimognari non ha intenzione di allentare la stretta sul Bel Paese. «In Italia – spiega – vengono gettate ogni anno13.000 tonnellate di mozziconi. Molte finiscono sul marciapiede, oppure abbandonate nei posaceneri pubblici tradizionali. Lì, basta un colpo di vento affinché la cenere si disperda, inquinando doppiamente l’aria, i terreni o, peggio, i corpi idrici visto che molti finiscono nei tombini delle acque bianche che poi scaricano senza trattamentinei torrenti e nei fiumi. Noi riusciamo a recuperarne solo lo 0,005%, il lavoro da fare è ancora tanto. Per questo motivo, mi piacerebbe riuscire a coinvolgere nel nostro progetto Re-Cig, quante più amministrazioni locali possibili».

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