Bilanci d’Acciaio 2021: crolla l’utile, ma migliora la solidità delle imprese

La redditività operativa complessiva (Roa) diminuisce in tutti i comparti. È il peggior risultato del triennio. Nel 2021 atteso un miglioramento del risultato economico. Più prudenza per il 2022. 

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Secondo lo studio Bilanci d’Acciaio 2021, ideato dall’Ufficio Studi siderweb giunto alla XIII edizione, la redditivitàdell’acciaio nel 2020 è peggiorata ancora, per il secondo anno consecutivo. Dopo un 2019 già difficile, la crisi sanitaria ed economica ha provocato una contrazione degli indici di redditività della filiera siderurgica italiana. Di contro, la solidità del comparto è migliorata, facendo registrare i migliori risultati dell’ultimo triennio, con un minorindebitamento delle aziende del comparto. Si registra un modesto miglioramento, inoltre, anche per gli indicatori di liquidità.

«I bilanci che presentiamo in questa tredicesima edizione sono quelli dell’esercizio 2020, l’anno più duro della pandemia, che ci ha dato solo un assaggio dei complessi problemi con i quali ci dovremo confrontare sempre più spesso» dice Emanuele Morandi, presidente di siderweb.

Quanto ai numeri dello studio basato su oltre 5.000 bilanci analizzati che coprono l’intera filiera siderurgica: produzione di acciaio e prima trasformazione, centri servizio, distribuzione, commercio di rottame e ferroleghe, taglio e lavorazione della lamiera, utilizzatori di acciaio.

Il 2020 è stato un anno contraddistinto da un netto calo del giro d’affari del comparto. La causa è riconducibile a due fattori: il calo dei volumi per il blocco dell’attività economica imposta dal governo, specialmente in primavera; la riduzione del prezzo medio annuo di vendita dei prodotti, avvenuta nonostante il recupero di fine 2020.

Il fatturato totale delle imprese della parte alta della filiera siderurgica (utilizzatori esclusi) nel 2020 è stato di 44,145 miliardi di euro (-14,7% rispetto al 2019). Il valore aggiunto è stato pari a 6,195 miliardi di euro (14,0% del fatturato), mentre l’Ebitda è stato di 2,536 miliardi di euro (-29,9%). L’utile si è fermato a 546 milioni di euro (-50,0%).

«Il settore dell’acciaio, come molti altri, ha risentito della pandemia, anche se il peggioramento della situazione economica era percepibile fin dagli ultimi mesi del 2019. La dimensione più colpita è per forza di cose la redditività, con indicatori che, nel complesso, non sono soddisfacenti. Certamente meglio la solidità, anche se il miglioramento di alcuni indicatori nel 2020 non deve essere accentuata. Nel triennio, il comparto che raggiunge sempre la posizione relativa migliore è il taglio e lavorazione della lamiera, con risultati adeguati sia nella redditività sia nella solidità – spiega Claudio Teodori, docente dell’Università degli Studi di Brescia -. Nel 2020, il commercio di rottame e ferroleghe migliora il suo posizionamento, soprattutto grazie alla redditività. I centri servizio sono connotati da stabilità nella redditività e da una manchevole solidità, che li porta a collocarsi ampiamente sotto la media; la distribuzione mostra una posizione relativa in modesto miglioramento, soprattutto a causa della redditività. Colpisce, nel 2020, il forte regresso della produzione, dovuto a una preoccupante redditività in calo».

Quanto alle previsioni del settore, nel 2021 il comparto delle costruzioni, che assorbe circa il 35% del consumo di acciaio, è atteso in crescita del 21,6% in Italia (dopo un calo dell’8,1% nel 2020) e del 6,2% in Unione europea. Il segno più rimane anche per il 2022: +3,2% in Italia e +4,5% in Ue. Più deciso, stando all’analisi di Gianfranco Tosinidell’Ufficio Studi siderweb, il recupero atteso per l’automotive: nel 2021 +9% in Ue e +22,3% in Italia; nel 2022 rispettivamente +12,9% e +10%.

Sulla transizione ecologica della siderurgia è intervenuto Alessandro Banzato, presidente di Federacciai e Acciaierie Venete: «molto dell’accaio prodotto con altoforno passerà al forno elettrico, ma un po’ di ciclo integrale dovremo mantenerlo. Il punto è trovare tecnologie ne riducano l’impatto ambientale. La ripartenza post Covid è stata più forte di quella che potevamo preventivare. Nel 2021 ci aspettiamo una ripresa forte, seppur con punti critici. In particolare, il costo delle materie prime e dell’energia elettrica hanno condizionato non poco quest’anno. Energia e rottame, quindi, dovranno conciliarsi con la transizione green e l’Italia sta dimostrando che questo è possibile, con l’80% di acciaio prodotto da forno elettrico; anni ’90 sono state ridotte di oltre il 60% le emissioni. Questo ci pone in vantaggio rispetto ai concorrenti, ma porta con sé quei fattori di rischio che stiamo sperimentando negli ultimi mesi. Una congiuntura che va affrontata con un approccio sistemico con piani specifici e progetti di filiera, perché fare squadra è fondamentale per raggiungere un risultato comune».

A dar voce al comparto dei distributori è stato Andrea Gabrielli, presidente del Gruppo Gabrielli: «il 2020 e il 2021 hanno visto dinamiche opposte e la flessibilità è stata fondamentale. La distribuzione grazie a questa caratteristica è riuscita a giocare un ruolo fondamentale nel momento della ripresa, alimentando la domanda in momenti nei quali c’era difficoltà di approvvigionamento da parte delle acciaierie. Abbiamo dato fondo ai magazzini e alle scorte per riuscire a giocare il nostro ruolo da “pivot” nella filiera. Per il comparto distributivo il 2021 sarà un anno eccezionale, con una domanda eccezionale e una rivalutazione delle scorte. Abbiamo goduto di una fase molto favorevole per noi e i centri di servizio. Il prossimo anno avrà sicuramente marginalità ridimensionate, con prezzi contenuti rispetto al passato e servirà una nuova logica di riposizionamento».

In rappresentanza degli utilizzatori di acciaio, Sonia Bonfiglioli, presidente Gruppo Bonfiglioli, commenta: «noi siamo il punto di incontro tra diversi settori e non ci interfacciamo direttamente con le acciaierie, ma siamo utilizzatori di tantissimi prodotti siderurgici e per questo ci sentiamo parte della filiera. Guardando al 2021 possiamo considerare quella che stiamo attraversando come una fase di rimbalzo, mentre la ripresa la potremmo tarare nel 2022. Tuttavia, considerando le rapide dinamiche con le quali si sta evolvendo il mercato, è molto difficile riuscire a fare delle previsioni e a capire quale dovrà essere il budget per il prossimo anno. Perciò, il primo risultato da raggiungere sarà il riuscire a capire le dinamiche in tempo reale a prescindere dal posizionamento all’interno della filiera».

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