Covid-19: a rischio “zona gialla” cinque regioni italiane

In Friuli Venezia Giulia, Alto Adige, Val d’Aosta, Liguria e Veneto i contagi e i ricoveri sono in decisa crescita. In Austria applicato il confinamento solo ai non vaccinati. Fedriga: «applicare lo stesso criterio anche in Italia». 

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covid-19 variante delta

La pandemia da Covid-19 ha rialzato prepotentemente la testa, con cinque regioni italiane (Friuli Venezia Giulia, Alto Adige, Val d’Aosta, Liguria e Veneto) a rischio di passare in “zona gialla” già da lunedì 22 novembre, e con altreche si aggiungeranno dopo pochi giorni, perché l’evoluzione del virus è nuovamente molto decisa.

La pandemia arriva dai paesi del Nord, soprattutto dall’Austria che, prima di tutti, ha applicato il confinamento ai non vaccinati per cercare di limitare la circolazione del virus. Il cancelliere Alexander Schallenberg ha deciso il giro di vite esteso a tutto il paese, anche se l’epidemiologo Gerald Gartlehner ritiene che non basterà un confinamento limitato ai soli non vaccinati per spezzare la curva di contagi esponenziale: «serve almeno un divieto di eventi per quattro settimane». Gartlehner si è detto favorevole anche all’anticipo della terza dose del vaccino. Anticipazionefatta propria anche dalla provincia di Bolzano, dove la crescita dei contagi negli ultimi giorni è stata decisamente preoccupante, destinata ulteriormente a crescere con l’avvio della stagione turistica invernale e con l’apertura dei mercatini di Natale. In allarme anche il vicino Trentino, con i ricoveri in deciso incremento.

Da parte sua, il governatore del Friuli Venezia Giulia e presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, fa propria la decisione austriaca del confinamento per i non vaccinati: «non possiamo penalizzare chi si è sottoposto alla profilassi anti Covid e che ora rischia nuove penalizzazioni».

Probabilmente è necessario guardare in faccia alla realtà, consapevoli che con tutta probabilità la pandemia da Covid-19 è destinata a diventare endemica e che si può contenere solo limitando lo spostamento della popolazionesul territorio, evitando i flussi turistici e riproponendo l’obbligo generalizzato di utilizzo della mascherina in tutti i luoghi pubblici, aperto compreso. Quest’ultimo potrebbe essere un rimedio efficace per prevenire gran parte delle conseguenze, specie per chi è già vaccinato, evitando di diffondere inconsapevolmente il virus.

 

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