Secondo Coldiretti, quasi una bottiglia di vino italiano su sei stappate oggi all’estero è di Prosecco, diventato la star mondiale delle bollicine grazie a un incremento delle vendite oltre confine del 32% nel 2021. A tutelare il “sistema Prosecco”, il ministero delle Politiche agricole ha presentato l’opposizione ufficiale contro il riconoscimento della menzione geografica tradizionale europea per il Prošek croato trasmessa all’attenzione della Commissione europea con la posizione italiana e le motivazioni tecniche.
La Croazia ha ora 60 giorni di tempo per le controdeduzioni. Il Prošek è un vino dolce da dessert tradizionalmente proveniente dalla zona meridionale della Dalmazia per il quale Zagabria chiede di registrare una “menzione tradizionale” dopo che il tentativo di proteggere la stessa denominazione era già fallito nel 2013.
L’iniziativa del ministero – sottolinea la Coldiretti – è importante per tutelare un patrimonio italiano che alla finedell’anno raggiungerà un valore al consumo di 2,5 miliardi di euro dei quali la maggior parte realizzati sui mercati esteri con la supremazia a livello mondiale in termini di volumi esportati davanti alle bollicine francesi di Champagne e a quelle spagnole di Cava.
Gli Stati Uniti sono diventati il primo acquirente in valore di bottiglie di Prosecco con un aumento del 49% ma l’incremento maggiore delle vendite si è verificato in Russia dove gli acquisti sono praticamente raddoppiati (+91%) mentre in Germania guadagna il 28%, seguita dalla Francia (+15%), il paese dello Champagne in cui le bollicine italiane mettono a segno una significativa vittoria fuori casa, nei primi sette mesi del 2021.
L’attrattività delle bollicine italiane resiste anche alla “Brexit” dove le vendite aumentano del 5%, con la prospettiva di incrementare ulteriormente visto che il Governo ha annunciato il taglio delle tasse sul Prosecco e sui vini spumanti con un calo di circa 1,3 euro a bottiglia che si rifletterà sui prezzi di vendita e renderà più accessibile l’acquisto del vino italiano. E ora anche i cinesi hanno scoperto la bontà del bere italiano, con le spedizioni di Prosecco che sono addirittura più che triplicate nel 2021 (+238%).
A trainare il record sui mercati esteri un sistema che abbraccia due regioni (Veneto e Friuli Venezia Giulia), nove province e tre denominazioni d’origine (Prosecco Doc, Prosecco di Conegliano Valdobbiadene Docg e Asolo Prosecco Docg) per una produzione complessiva che ha raggiunto – ricorda la Coldiretti – 700 milioni di bottigliedopo aver incassato nel 2019 il riconoscimento Unesco per le Colline del Prosecco.
Un successo che ha scatenato una fiorente produzione di imitazioni che rischiano di ingannare o confondere i consumatori di cui il Prošek è solo l’ultimo esempio, ma negli scaffali dei supermercati di tutto il mondo la Coldiretti ha smascherato anche il “Meer-secco”, il “Kressecco”, il “Semisecco”, il “Consecco” e il “Perisecco” tedeschi, ma in commercio sono arrivati anche il “Whitesecco” austriaco, il “Prosecco” russo e il “Crisecco” della Moldova, mentre in Brasile nella zona del Rio Grande diversi produttori rivendicano il diritto di continuare a usare la denominazione “prosecco” nell’ambito dell’accordo tra Unione Europea e Paesi del Mercosur.
«E’ necessario fare presto per fermare una decisione scandalosa che colpisce il vino italiano più venduto nel mondo – afferma il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini -. Si tratta di un precedente pericoloso che rischia anche di indebolire la stessa Ue nei rapporti internazionali e sui negoziati per gli accordi di scambio dove occorre tutelare la denominazione Prosecco dai falsi».
Lo stop alla registrazione del Prošek è coerente con la recente sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea che ha dichiarato illegittimi proprio i nomi truffa che evocano in modo strumentale ed ingannevole prodottia denominazione di origine riconosciuti e tutelati dall’Unione Europea come la star delle bollicine italiane.
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