Mercato dell’auto: fine anno in profondo rosso

Ad ottobre prosegue il calo con il -35,74% dei veicoli nuovi e del -16,78% di quelli usati. Il settore reclama incentivi più strutturali, ad iniziare dalla deduzione completa dell’auto aziendale. 

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Il mercato dell’auto anche ad ottobre prosegue con l’ennesimo pesante calo del 35,74%, con solo 101.015 veicoli nuovi immatricolati. Una pesantissima contrazione dovuta soprattutto alla crisi nelle forniture di microchip che ha determinato fermate produttive e forti rallentamenti nelle consegne di autovetture ai concessionari e ai clienti finali. Una situazione destinata a non risolversi a breve e, se nei prossimi due mesi si determinasse come è altamente probabile un calo analogo a quello di ottobre, il mercato italiano delle autovetture chiuderebbe il 2021 con 1.432.000 immatricolazioni e quindi con un calo sul 2019, del 25,3%, che confermerebbe l’andamento del mercato dell’auto in decisa crisi.

Essì che la domanda dei consumatori e delle aziende ci sarebbe, nonostante il calo di fiducia: il problema è che manca il prodotto da consegnare, soprattutto nuovo ma anche usato, che ha registrato l’innalzamento medio delle quotazioni.

A perturbare ulteriormente l’andamento già problematico del mercato dell’auto ci si mette pure la campagna degli incentivi erogati dallo Stato per i veicoli a basso impatto ambientale, il cui ultimo rifinanziamento è durato il brevissimo volgere un solo giorno.

Paolo Scudieri, presidente di Anfia (la filiera automotive italiana), chiede provvedimenti certi al governo italiano, ad «iniziare di inserire nella Finanziaria 2022 un provvedimento di valenza almeno triennale per sostenere il mercatodelle autovetture e dei veicoli commerciali leggeri a basse emissioni, nel quadro di un piano di accompagnamento della transizione energetica e produttiva del nostro settore».

Michele Crisci, presidente dell’Unrae (gli importatori in Italia delle case automobilistiche estere) sostiene che «i provvedimenti estemporanei varati a più riprese dal Governo, secondo una logica tipicamente emergenziale e con fondi sempre largamente insufficienti, non riescono ad incidere con efficacia sulla ripresa del mercato dell’auto, come dimostra il recente stanziamento di 65 milioni di euro a favore delle vetture della fascia di emissioni 0-60 g/kmdi CO2 esaurito nell’arco di un giorno, dalle 10:00 del 27 ottobre alle 14:00 del giorno dopo».

E in questa situazione tutt’altro che positiva per il settore, Crisci lamenta come «suscita forte sconcerto l’assenza nella bozza di legge di Bilancio 2022 di qualsiasi misura per l’automotive, nonostante alcuni ministri e viceministri abbiano assicurato un imminente piano triennale di sostegni. Noi continuiamo a contare sulla manovra finanziariacome strumento idoneo per un intervento strategico di medio periodo secondo le tre direttrici indicate da UNRAE: rifinanziamento dell’Ecobonus; revisione della fiscalità, in particolare per la categoria delle auto aziendali; un pianoper lo sviluppo capillare ed omogeneo sul territorio delle infrastrutture di ricarica, con stazioni ad alta potenza nelle autostrade».

E proprio il riallineamento della fiscalità dell’auto aziendale italiana (attualmente estremamente penalizzante) a quella europea (deducibilità al 100% del costo d’acquisto e dell’Iva) consentirebbe di guadagnare due obiettivi di sicuro interesse: conseguire maggiori vendite strutturali di circa 150.000 mezzi nuovi all’anno e maggiore competitivitàdel sistema economico italiano che ora viene penalizzato da maggiori costi indeducibili con conseguente perditadi competitività rispetto ai concorrenti esteri.

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