Autotrasporto a rischio per carenza di AdBlue

Senza l’additivo che contribuisce ad abbattere l’impatto ambientale dei moderni motori Diesel Euro 6 (presente anche sulle auto), i motori dei camion non funzionano. Bond: «il governo intervenga subito per riattivare la produzione presso l’unica azienda italiana». 

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Rifornimento di gasolio e di AdBlue di un camion.

Sull’autotrasporto rischia di abbattersi un’altra tegola, che potrebbe bloccarlo: la mancanza dell’additivo del gasolio AdBlue, una soluzione di urea e acqua che serve ad abbattere le emissioni di ossidi di azoto, indispensabile per fare funzionare i moderni motori Diesel Euro 5 e 6 installati su camion, autobus commercialileggeri e pure automobili rischia di fermare il movimento di merci e persone perché l’unica azienda italiana che lo produce ha sospeso temporaneamente l’attività in quanto il prezzo delle materie prime (gas metano e urea) salito alle stelle ne hanno reso antieconomica la produzione.

L’allarme nel mondo dell’autotrasporto è al massimo, perché i distributori di carburante sulle strade iniziano ad essere sprovvisti e pure i negozi che vendono l’AdBlue in taniche ne hanno quasi esaurito le scorte. Il problema è che senza l’additivo che viene iniettato a monte del catalizzatore, la centralina elettronica di gestione del motore ne impedisce l’avviamento. E il rischio è che un camion si possa fermare anche durante un viaggio se il serbatoio relativo non viene rabboccato.

La situazione è al limite del paradosso: un mezzo con i motori più moderni e ad impatto ambientale quasi nullo non può funzionare – e circolare – in carenza dell’AdBlue, mentre un mezzo dotato di un motore più vecchio (a standard Euro 4 e inferiori), altamente inquinante, può invece continuare a circolare.

Oltre al danno la beffa per le aziende di autotrasporto che hanno investito nel rinnovamento del parco mezzi: «soprattutto chi ha investito nei mezzi nuovi sta subendo aumenti di costo di esercizio pazzeschi – afferma il segretario generale di Fai Conftrasporto, Andrea Manfron -. Tra il rincaro folle del gas metano liquido e ora quello della scarsità di AdBlue la misura è colma».

La Yara di Ravenna, che detiene il 60% del mercato nazionale e unico produttore in Italia, ha sospeso per un mesela produzione di AdBlue. Stessa situazione anche per gli altri produttori europei che hanno rallentato fortemente se non interrotto del tutto la produzione di AdBlue, il cui costo al consumo è raddoppiato da 230-250 euro/tonnellata a quasi 500. Una soglia che non è sufficiente a coprire i costi di produzione.

AdBlue
Rabbocco con tanica di AdBlue di un’auto Diesel Euro 6.

«Stiamo assistendo ad un altro degli effetti connessi al folle rialzo dei prezzi dei beni energetici, a partire dal gas metano. Serve un intervento di somma urgenza da parte del governoafferma il deputato di Forza Italia, Dario Bond – per consentire la ripresa della produzione dell’AdBlue da parte dell’unica azienda produttrice italiana. Si tratta di una questione di emergenza pubblica, sia per abbattere l’inquinamento che, soprattutto, per evitare il blocco della logistica italiana. Il premier Draghi e il ministro dell’Economia Franco devono trovare una soluzioneper abbattere i costi dell’energia per evitare di mettere fuori gioco interi settori dell’economia nazionale».

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