La regione Friuli Venezia Giulia ha contrattato un nuovo patto finanziario che sarà siglato con il ministero dell’Economia e delle Finanze e che consentirà nei prossimi cinque anni di disporre di «risorse che potranno essere utilizzate per garantire migliori servizi ai nostri cittadini e più ampie opportunità al nostro territorio. Abbiamo ottenuto – ha sottolineato il governatore Massimiliano Fedriga – un risultato sopra ogni aspettativa, cambiando radicalmente il passo e di questo ringrazio il Governo: rispetto ai tendenziali di bilancio dello Stato, che per il periodo considerato imputano al Friuli Venezia Giulia contributi del valore di più di 4 miliardi di euro, la Regione avrà a disposizione risorse per 2 miliardi di euro nel quinquennio 2022-2026».
Fedriga ha ottenuto consenso unanime dall’Aula al termine della sua informativa che è stata seguita da un ordine del giorno approvato a pieni voti in cui il Consiglio regionale autorizza il presidente a stipulare l’accordo.
«Gli anni pregressi sono stati particolarmente distorsivi a discapito del Friuli Venezia Giulia, ma il Governo ora lo ha riconosciuto e ne sono soddisfatto», ha commentato il governatore illustrando assieme all’assessore regionale alle Finanze, Barbara Zilli, il quadro pregresso e facendo notare che la regione avrebbe dovuto versare ogni anno allo Stato il 13,3% del proprio bilancio, mentre tutte le altre regioni autonome restavano sotto la già onerosa quota del 10%.
Il lievitare della compartecipazione al saldo di finanza pubblica negli ultimi dieci anni è stato, del resto, un crescendo: nel 2011 il versamento era stato di 370 milioni, nel 2012 di 686 milioni, nel 2013 di 778 milioni, nel 2014 di 966 milioni, nel 2015 di 945 milioni, nel 2016 di 861 milioni, nel 2017 di 855 milioni e nel 2018 di 858 milioni.
«Già nel 2019 – ha proseguito Fedriga – con il patto finanziario siglato tra questa amministrazione e l’ex ministro Tria si era fatto un passo importante, contenendo il saldo a 686 milioni e mantenendolo per il 2020 a 726 milioni e a 716 milioni nel 2021, ma oggi abbiamo fatto una vera e propria corsa, perché la posizione di partenza del ministero dell’Economia e delle Finanze prevedeva che dovessimo versare allo Stato 836 milioni ogni anno per dieci anni». Un procedimento infernale, perché al crescere del debito pubblico statale sarebbe cresciutoanche l’apporto dell’Autonomia speciale.
Respingendo la richiesta dello Stato di fissare un contributo perenne considerata inaccettabile e dopo mesi di negoziazione importante, dal 2022 dai 836 milioni previsti inizialmente si passerà a un versamento praticamente dimezzato di 432,7 milioni (-403,3 mln); dal 2023 al 2025 si passerà da 836 milioni a 436,7 (-399,30 mln) per ciascuna annualità; nel 2026 da 836 milioni a 432,7. La cifra leggermente superiore nei tre anni intermedi dell’accordo – 2023, 2024 e 2025 – è legata all’ulteriore patto di finanza pubblica con il Governo che prevede un contributo complessivo di 200 milioni da parte di tutte le regioni italiane, sia ordinarie che speciali.
Nel complesso, si tratta di un risultato di straordinario peso, ha osservato Fedriga, che fa calare la percentuale di compartecipazione del Friuli Venezia Giulia dal 13,3% al 6,74% e aumenta concretamente il raggio d’azione «perché la capacità finanziaria di una Regione è direttamente correlata alla capacità di esercitare l’Autonomia».
«Un processo di maggiore autonomia che credo sia fondamentale anche per le Regioni ordinarie – ha indicato Fedriga -: non ritengo infatti che debbano essere solo alcune Regioni del Nord a chiedere maggiori competenze, ma anzi penso che molte, se non tutte, le Regioni del Sud abbiano il diritto e le capacità per gestire meglio sul territorio alcune funzioni rispetto allo Stato».
Infine, per il 2021 l’intesa attribuisce alla Regione l’importo di 66,6 milioni di euro, pari ad un terzo delle risorse previste a compensazione del contributo alla finanza pubblica. «Il Governo viste le palesi disparità, ha riconosciuto a Friuli Venezia Giulia, Sardegna e Sicilia questa quota che richiederà quindi un nuovo assestamento a novembre», ha spiegato Fedriga.
Per l’assessore Zilli la sigla del patto finanziario è «un riconoscimento importante del lavoro che la Giunta ha fatto in questi mesi e che oggi si concretizza: abbiamo apprezzato la spinta unanime da parte del Consiglio regionale a riconoscere il valore dell’Autonomia, che è piena se si esplica in un percorso in cui il contributo al saldo di finanza pubblica è delimitato dalla temporaneità e dal riconoscimento delle clausole di salvaguardia dell’autonomia della regione».
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