Al Brennero solo il 27% delle merci viaggia su rotaia

Il trasferimento modale gomma-ferro sulla tratta internazionale ancora poco sfruttato, con conseguente incremento dell’impatto ambientale e congestionamento dell’autostrada. 

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Il Brennero rischia di diventare l’imbuto d’Europa, la strozzatura sugli scambi di merci e di persone sulla tratta Nord-Sud d’Europa, una delle principali rotte economiche europee, con il traffico merci in continua crescita che viene messo a rischio dalle politiche unilaterali restrittive messe in atto dal Tirolo austriaco, politica anticoncorrenziale e in contraso con le regole europee, tanto che Italia e Germania chiedono il nuovo deferimento dell’Austria alla Corte di giustizia.

Da decenni, lo spostamento di traffico merci e passeggeri dalla strada alla ferrovia, il meno inquinante dei mezzi di trasporto, è una priorità della politica del settore in molti paesi europei, tra cui l’Italia, cui Pnrr destina 25 miliardi di euro allo sviluppo delle linee ferroviarie ad alta capacità per raddoppiarne la capacità contro i soli 300 milioni destinati alla viabilità stradale.

La maggior parte degli sforzi compiuti finora per il trasferimento modale gomma-ferro si è rivelata poco efficace, con l’assurdo che negli ultimi anni la ferrovia ha persino perso quote di mercato, nonostante gli elevati investimenti infrastrutturali e i rilevanti miglioramenti della logistica e gli incentivi all’utilizzo del treno a favore degli autotrasportatori.

In uno studio sui traffici al Brennero curato da Helmut Adelsberger, ingegnere e amministratore delegato di InfraConsultA, ha valutato la situazione esistente sulla sezione centrale del cuore del corridoio Scandinavo-Mediterraneo, che vanta i flussi maggiori di trasporto su strada e complessivi attraverso le Alpi: qui, nel 2019, solo il 27% delle merci è stato trasportato su rotaia, contro il 73% trasportato da oltre 2,5 milioni di Tir.

Per Adelsberger, la costruzione della galleria di base del Brennero, la cui apertura è prevista intorno al 2030, non sposterà da sola i flussi di trasporto sulla ferrovia: le infrastrutture diventeranno pienamente efficaci solo se accompagnate da una serie di misure volte a rimuovere le diverse barriere tecniche e burocratiche che ostacolano il trasporto merci su rotaia anche su larga scala.

Il progetto pilotaBrennero senza frontierelanciato dall’eurodeputata tirolese Barbara Thaler e approvato nell’autunno 2020, punta a superare questi ostacoli per rendere il trasporto ferroviario più semplice, veloce e affidabile. Il progetto prevede una fase, che inizierà a breve, in cui treni merci di provacircoleranno da Monaco a Verona e viceversa senza sosta al Brennero grazie all’utilizzo di locomotori politensione capaci di viaggiare senza cambi sulla rete italiana e austriaca.

Oltre alle misure del progetto pilota, sottolinea Adelsberger, occorre un’armonizzazione a livello dell’Ue delle norme tecniche e giuridiche, che possa permettere al settore ferroviario di ottenere una quota più elevata nel mercato dei trasporti Ue. I vantaggi sarebbero molteplici: dallo sfruttamento più efficiente della galleria di base del Brennero, alla riduzione delle emissioni di CO2 e il miglioramento della sicurezza del traffico su strada grazie al minore congestionamento.

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