Bilanci d’Acciaio: 2021 di recupero, ma 2022 di incertezza

A “Made in Steel” la presentazione dell’anteprima del report 2021, l’analisi economico finanziaria dei risultati delle imprese della filiera siderurgica condotta da siderweb. 

683
analisi di Prometeia

Dopo il generale rallentamento del 2019, nel 2020 è calato il fatturato della filiera dell’acciaio nazionale, che ha portato a un’analoga diminuzione del valore aggiunto. La redditività è risultata positiva in tutti i comparti; la pandemia di Covid-19 ha colpito maggiormente i produttori rispetto alle componenti più a valle come emerge dalla presentazione in anteprima dello studio “Bilanci d’Acciaio2021, ideato dall’Ufficio studisiderweb, realizzato in collaborazione con i professori Claudio Teodori e Cristian Carini dell’Università degli Studi di Brescia e sponsorizzato da BPER Banca, Coface e Regesta. L’analisi ha valutato la situazione reddituale, finanziaria e patrimoniale delle imprese siderurgiche nazionali attraverso la lettura e l’interpretazione dei dati dei bilanci di esercizio 2020.

I risultati preliminari da “Bilanci d’Acciaio” sono stati presentati a “Made in Steel”, la principale Conference & Exhibition del Sud Europa per la filiera siderurgica, organizzata da siderweb a fieramilano Rho.

«Per la prima volta abbiamo portato l’evento di “Bilanci d’Acciaio” all’interno di “Made in Steel”. Il contenuto, cioè i numeri dei bilanci e quello che riescono a raccontarci, si sposa perfettamente con il contenitore – ha detto Emanuele Morandi, presidente di “Made in Steel” e di siderweb -. “Bilanci d’Acciaio”, giunto alla tredicesima edizione, rappresenta un unicum nel panorama siderurgico internazionale. È un brand tutto italiano che altre filiere siderurgiche ci invidiano. In questa occasione abbiamo presentato lo stato di salute, la robustezza e la solidità dei vari anelli della filiera al 31 dicembre 2020. Inoltre, abbiamo tratto le conclusioni derivanti dall’indagine proposta agli operatori negli scorsi mesi, dalla quale sono emersi risultati particolarmente positivi e un rimbalzo addirittura non previsto in precedenza».

I bilanci analizzati in questa fase preliminare sono oltre 2.200 e coprono solo la parte “alta” della filiera siderurgica: produzione di acciaio e prima trasformazione, centri servizio, distribuzione, commercio di rottame e ferroleghe e taglio e lavorazione della lamiera (l’analisi completa, che comprenderà anche i risultati degli utilizzatori di acciaio, tradizionalmente esaminati nella ricerca “Bilanci d’Acciaio”, sarà presentata a novembre in un evento dedicato).

Il 2020 è stato un anno di regresso, condizionato dalle limitazioni all’attività economica legate alla pandemia di Covid-19. In particolare, il settore siderurgico ha risentito di un rallentamento nel primo semestre, a cui ha fatto seguito un recupero che però è stato insufficiente a colmare la lacuna della prima parte dell’anno.

Il fatturato totale delle imprese della parte alta della filiera siderurgica (utilizzatori esclusi) nel 2020 è stato di 47,32 miliardi di euro (-15,5% rispetto al 2019). L’Ebitda è stato di 2,568 miliardi di euro (-15,0%). L’utile ha fatto registrare un incremento del 22,4% grazie al minor peso delle imposte rispetto al 2019 (696mila euro contro 395 milioni), arrivando a 330,035 milioni di euro. Il risultato, però, è stato nettamente inferiore a quello del 2018 (-79,0%).

L’incidenza sul fatturato del valore aggiunto (6,77 miliardi di euro) è intorno al 14,3%, quota leggermente superiore al 2019 ma inferiore al 2018 (13,8% e 14,8% rispettivamente).

Quanto alle aspettative elaborate da siderweb, nel 2021, il 90% prevede un aumento del fatturato, di cui poco meno di un terzo superiore al 50%. Nel 2022 si assiste a un rallentamento dello sviluppo: il 35% pensa di stabilizzare il giro d’affari; solo il 37% intravede un’ulteriore crescita.

Nel 2021, il 90% prevede un incremento del risultato economico, in un quarto dei casi superiore al 100%. Nel 59% dei casi l’incidenza dell’Ebitda sul fatturato è inferiore al 10%. Solo un decimo delle imprese ha un valore più che soddisfacente, superiore al 15%.

La situazione non migliora nel 2022: calano le imprese che si attendono un ulteriore incremento del risultato economico (59%) e aumentano quelle che si preparano a un calo (39%).

Investimenti: il 54% ha confermato o incrementato (23%) i budget. Il primo posto è occupato dagli investimenti in nuova tecnologia e innovazione.

Quanto ai costi delle materie prime, il 42% delle imprese dichiara incrementi sopra il 50%; il 37% tra il 30 e il 50%. Quanto all’andamento futuro, la percezione è di forte preoccupazione: il 58% ritiene che vi sarà una riduzione dei costi, ma una parte dell’incremento sarà consolidato; solo il 10% sostiene che la crescita sia temporanea con ritorno alla situazione preesistente.

Per i costi di trasporto, il 49% ritiene che una parte del rincaro rimarrà; il 40% non presume significativi cambiamenti per il 2022.

Per rimanere sempre aggiornati con le ultime notizie de “Il NordEst Quotidiano”, iscrivetevi al canale Telegram per non perdere i lanci e consultate i canali social della Testata.

Telegram

https://t.me/ilnordest

Twitter

https://twitter.com/nestquotidiano

Linkedin

https://www.linkedin.com/company/ilnordestquotidiano/

Facebook

https://www.facebook.com/ilnordestquotidian/

© Riproduzione Riservata