Italia nella merda: dalla Corte Ue nuova condanna per mancanza di fogne e depuratori

600 aree non in regola che vanno ad aggiungersi alle altre sanzionate nel 2018 che sono contate 25 milioni di multa una tantum e ben 30 milioni ogni sei mesi fino a completo risanamento. 

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italia nella merda

L’Italia è un paese che affonda letteralmente nella merda e che butta nelle fogne ogni anno 60 milioni di euro in multe con destinazione Bruxelles per il cattivo funzionamento di fogne e di depuratori, sempre che ci siano.

Dopo la sanzione comminata nel 2018, ora scatta il bis con un’altra condanna della Corte di giustizia europea per la violazione delle norme comunitarie sulla raccolta, trattamento e scarico delle acque reflue urbane di centinaia di aree sensibili dal punto di vista ambientale.

La sentenza è il risultato di un deferimento della Commissione europea, che nel 2014 aveva aperto una procedura di infrazione contro l’Italia. In particolare, la Corte ha riconosciuto legittime le contestazioni su fogne e depuratori su circa 600 aree e il mancato rispetto delle percentuali minime di riduzione del carico complessivo di fosforo e azoto.

La sentenza della Corte si riferisce alla decisione adottata dalla Commissione sulle condizioni dei sistemi di trattamento delle acque reflue nelle zone sensibili del bacino drenante nel Delta del Po e nell’Adriatico, del lago di Varese, del lago di Como e del bacino drenante del Golfo di Castellammare (Sicilia). Trattandosi della prima condanna per inadempimento su questo specifico dossier la sentenza non prevede né multené altre sanzioni.

L’Italia nel 2018 (su una procedura d’infrazione aperta nel 2004) è già stata condannata a pagare e sta ancora pagando per lo stesso tipo di violazioni – ma su un diverso gruppo di centri urbani e aree25 milionidi multa, cui s’aggiunge una penalità 30 milioni che scatta ogni sei mesi fino a quando le autorità nazionalinon riusciranno a dimostrare di aver risolto il problema ed aver ristabilito una situazione di conformità con quanto previsto dalle disposizioni europee. 60 milioni di euro che finiscono letteralmente nel cesso per l’incapacità di molti amministratori locali di gestire correttamente il territorio e i relativi impianti, con notevoli problemi per le località costiere, spesso costrette a convivere con litorali interdetti alla balneazione per eccesso di colibatteri fecali. Davvero un Italia nella merda.

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