Euregio Tirolese: 3 facoltà per tre territori. E la collaborazione dov’è?

La tanto decantata cooperazione tra Tirolo, Trentino e Alto Adige sulla formazione dei nuovi medici è evaporata. E a fare saltare tutto è stato l’Alto Adige. 

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L’Euregio Tirolese tra Tirolo, Trentino e Alto Adige è nata all’insegna della cooperazione sovranazionale e per abbattere il confine politico tra Italia e Austria, ricostituendo di fatto l’unità sociopolitica del Tirolo storico, diviso in due all’indomani della Prima guerra mondiale con la sconfitta austriaca.

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Sempre decantata, la collaborazione tra Innsbruck, Bolzano e Trento di fatto non c’è e la prova provata risiede nella querelle della formazione dei medici dove, dopo Innsbruck e ora anche Trento, pure Bolzano vuole dotarsi di una propria facoltà di medicina: tre facoltà ciascuna ad un tiro di schioppo l’una dall’altra. Forse è un po’ troppo, anche considerando che poco più giù sull’asse del Brennero c’è pure quella di Verona.

A rompere gli equilibri è stato l’Alto Adige del presidente Arno Kompatscher che ha pensato bene a non tessere una collaborazione sia con Trento – nonostante fosse disponibile – e con Innsbruck – dove la collaborazione è ormai storica. Bolzano ha tirato in ballo la Cattolica di Milano creando scompiglio nel settore e, soprattutto, in seno all’Euregio Tirolese a pochi giorni dal passaggio della presidenza dal Tiroloal Trentino.

Sarebbe interessante conoscere le strategie di Kompatscher che non dimentica mai di parlare di collaborazione e cooperazione euroregionale, salvo nella pratica non attuarla. Che senso ha per l’Università di Bolzano creare una propria struttura per la formazione dei medici quando può tranquillamente collaborare con Trento e con Innsbruck per formare i medici quei 50-60 medici all’anno di cui ha bisogno? Una situazione francamente incomprensibile, criticata anche dagli ordini dei medici di Trento e Bolzano, soprattutto ora che è appena partito il primo anno della facoltà di Medicina di Trento attivata in collaborazione con l’Università di Verona, specialmente ora che le risorse finanziarie scarseggiano.

Per un Kompatscher che guarda al 2023 con il possibile terzo mandato alla guida dell’Autonomia altoatesina sarebbe lecito attendersi un comportamento maggiormente improntato alla buona politica e alla tanto decantata – a parole – cooperazione euroregionale.

Ecco come la graffiante matita di Domenico La Cava interpreta la situazione.euregio tirolese

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