Subito dopo il ballottaggio del 17 ottobre (sempre che alcune situazioni non si chiariscano subito al primo turn di domenica 3 ottobre), andrà a pieno regime la discussione sulla Nadef 2021 e sulla legge di stabilità 2022, con una base migliore delle previsioni di primavera, ma con qualche ombra all’orizzonte dovuta all’andamento dei mercati delle materie prime che sta rallentando la manifattura e mandando alle stelle i costi dell’energia per famiglie e imprese.
Di fatto, la crescita del Pil nazionale superiore alle attese, che si attesta attorno al 6%, buona ma ancora inferiore al crollo del 9%della crisi 2020, e il minor fabbisogno pubblico che riduce l’incidenza del debito pubblico sul Pil libera risorse per circa 20 miliardidi euro che il governo potrà utilizzare per imbastire la partenza di alcune riforme, ad iniziare da quella fiscale per lo scaglione del 38% per coloro che guadagnano oltre i 28.000 euro lordi. Bisognerà vedere cosa faranno i partiti, se avranno il buon senso di dare finalmente un riconoscimento a coloro su cui grava il 57,8% di tutta l’Irpef versata, visto che fino ad ora sono stati sempre trattatidai governi di centro sinistra solo come limoni da spremere fiscalmente.
Sullo sfondo della Nadef 2021 c’è anche il problema di come affrontare la profonda riforma di quota 100 e del reddito di cittadinanza, i due provvedimenti clientelari varati da Lega e M5s durante il governo Conte Uno, provvedimenti entrambi fallimentari sugli obiettivi che si proponevano, ma che hanno sprecato decine di miliardi di euro.
Infine, nella Nadef 2021 spazio anche alla riforma del catasto, con il passaggio dal sistema dei vani a quello dei metri quadri e di zone censuarie più aggiornate, tali da fare emergere il reale stato di edifici una volta realizzati come edilizia popolare nelle periferie degradate poi trasformatesi in abitazioni residenziali prestigiose in zone semicentrali delle città. Sicuramente, la riforma porterà al deciso rialzodegli estimi catastali, ma la situazione potrebbe essere controbilanciata dalla riduzione delle aliquote Imu per mantenere sostanzialmente invariato il gettito tributario, anche se qualcuno potrà essere costretto a qualche qualche soldo in più.
Ecco come la graffiante matita di Domenico La Cava interpreta la situazione.
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