È cresciuto di 253 miliardi di euro (+21%) il fatturato di aziende e Partite Iva nel primo semestre del 2021 rispetto allo stesso periodo del 2020, consolidando la ripresa economica. Nei dati fiscali di imprese e professionisti, secondo Unimpresa, c’è la spia della robusta ripresa economica italiana.
«Il dato è incoraggiante e conferma l’ottimismo che anche il governo infonde nel Paese, con le stime economiche che prevedono la crescita del Pil a fine anno oltre quota 6% – commenta il segretario generale di Unimpresa, Raffaele Lauro -. Tuttavia, l’evidente scarto che si osserva, mese per mese, è figlio delle conseguenze del confinamento dell’anno scorso: le attività economiche si erano fermate e i fatturati di molte imprese e professionisti sono passati, in un solo istante, a zero. In ogni caso, occorre guardare agli aspetti positivi e, in particolare, alla straordinaria capacità di resilienza mostrata dalle nostre imprese, specie quelle più piccole, che, non senza fatica, hanno resistito a una crisi drammatica e adesso, ancora una volta, si fanno carico di trainare l’economia italiana».
Secondo l’analisi del Centro studi di Unimpresa, che ha elaborato dati del Dipartimento delle Finanze del ministero dell’Economia relativi alla fatturazione elettronica, nel primo semestre 2021 l’incasso fiscale di aziende e Partite Iva è cresciuto, complessivamente, di 252,9 miliardi rispetto ai primi sei mesi del 2020 con un aumento del 21,3%. Si osservano differenze tra il primo bimestre e i quattro mesi successivi, che coincidono con l’inizio della pandemia nel 2020.
A gennaio e febbraio 2021, il fatturato di imprese e professionisti è risultato in calo rispettivamente di 16,6 miliardi (-7,3%) e di 2,7 miliardi (-1,2%). Poi si è invertita la tendenza: a marzo si è registrato un aumento di 61,6 miliardi (+31,3%), ad aprile il record di 99,1 miliardi (+67,9%), a maggio di 66,7 miliardi (+36,7%) e a giugno di 45,3 miliardi (+21,3%).
Per quanto riguarda le aziende, il fatturato è cresciuto, in totale, nell’arco del primo semestre 2021, di 237,5 miliardi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: a gennaio e febbraio si è registrato un calo rispettivamente di 16,1 miliardi (-7,5%) e di 2,5 miliardi (-1,2%); poi una sequenza di aumenti a testimonianza dell’andamento della ripresa economica: a marzo di 57,4 miliardi (+30,9%), ad aprile di 92,7 miliardi (+66,9%), a maggio di 62,9 miliardi (+36,7%) e a giugno di 43,1 miliardi (+21,5%).
Andamento analogo si osserva per le Partite Iva che hanno aumentato il fatturato, complessivamente, nel semestre, di 15,4 miliardi (+24,1%) rispetto all’anno precedente: a gennaio e febbraio si è registrato un calo rispettivamente di 491 milioni (-3,9%) e di 168 milioni (-1,4%); poi una sequenza di aumenti, a marzo di 37,4 miliardi (+38,5%), ad aprile di 6,3 miliardi (+86,8%), a maggio di 3,8 miliardi (+38,0%) e a giugno di 2,2 miliardi (+18,1%).
A livello territoriale, le variazioni più importanti si sono registrate in Friuli Venezia Giulia (+31,9%), poi in Calabria e Sicilia (entrambe con +21,9%). Nel Lazio, unica regione col segno meno, si è assistito a una diminuzione (-0,8%). La Lombardia ha registrato una crescita del 21,2% e il Piemonte del 26,2%.
Nel periodo osservato, i maggiori aumenti percentuali di imponibile sono stati registrati nel settore delle costruzioni (+36,1%) e delle altre attività immobiliari (+20,9%): il mattone ha contribuito in maniera consistente alla ripresa. Un importante contributo è arrivato anche dalle attività manifatturiere, il cui fatturato è salito nel semestre del 31,1%. Positivi anche i dati del settore dell’estrazione di mineralida cave e miniere (+31,9%). Al contrario i settori delle organizzazioni ed organismi extraterritoriali (-91,1%) e le attività di famiglie e convivenze come datori di lavoro per personale domestico – che includono anche i condomini – hanno subito le perdite più pesanti(-47,3%).
«Occorre, senza indugi, accelerare la cosiddetta messa a terra degli aiuti, assicurando che le risorse finanziarie, sulla base del piano che il governo ha concordato con l’Unione europea, arrivino a destinazione e soprattutto riescano a raggiungere gli obiettivi prefissati per modernizzare il Paese – afferma Lauro -. Ma senza le riforme, in particolare l’abbattimento del cuneo fiscale così come altri interventi che assicurino respiro finanziario alle piccole e medie imprese, la ripresa non sarebbe duratura e non avrebbe la solidità che tutti ci attendiamo. Non è sufficiente, quindi, assicurare che le tasse non aumenteranno, ma è necessario intervenire per garantire maggiori disponibilità economiche agli imprenditori».
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