Nel secondo trimestre 2021, rispetto al primo, la produzione industriale in Friuli Venezia Giulia continua il suo trend positivo con un +2,9% di crescita, anche se più contenuta rispetto al +5% del trimestre precedente: lo afferma l’ultima indagine congiunturale diffusa da Confindustria regionale.
Le vendite registrano una crescita del 3,6%, più contenuta rispetto al +5% del I trimestre 2021. Relativamente al mercato domestico queste evidenziano una positività del +7,1% (+5,2% nel I trim) mentre per quello estero si assiste a un assestamento (+1,8% rispetto al +5,4% del I trim); anche i nuovi ordiniriflettono tale andamento, con una crescita del +3,1% (5,1% nel I trim). L’occupazione, osservano gli industriali, rispecchia tali andamenti positivi registrando un incremento del +0,7%, «anche grazie agli interventi posti in essere in suo sostegno».
A livello tendenziale, nel II trimestre 2021 rispetto allo stesso periodo del 2020, l’andamento della produzione industriale segna un «considerevole incremento» (+53,1%), passando dal -19,4% del II trimestre 2020 al +33,7% del II trimestre 2021; le vendite globali continuano a crescere attestandosi al 37,3% del II trimestre 2021, dal -7,9% del II trimestre dell’anno precedente: effetto sia dalle vendite Italia (+49,1% contro il +3,8% del II trimestre del 2020) che dalle vendite estere (+35% rispetto al -19,9% del II trimestre 2020).
Anche i nuovi ordini evidenziano sul tendenziale una «marcata inversione» passando dal -17,5% del 2020 al +28,4% del II trimestre 2021, tanto che «è di tutta evidenza che il confronto avviene con il peggior trimestre del 2020, con le ovvie ricadute sulla valenza di tale analisi tendenziale»
I dati previsionali per il III trimestre 2021 indicano un andamento della produzione industriale positivo in Friuli Venezia Giulia, in quanto il 39% degli intervistati prevede un incremento della stessa e il 42% che ne prevede l’assestamento.
Analizzando i dati, il 47% prevede un incremento della domanda interna parallelamente a un incremento della domanda estera del 37%. Relativamente all’occupazione questa registra la stabilità per il 91% degli intervistati. Per quanto riguarda le previsioni sugli investimenti per i prossimi 12 mesi, rispetto ai 12 mesi precedenti, nel comparto della digitalizzazione, il 20% delle imprese prevede un incremento mentre il 78% conferma i valori precedenti.
Il 49% degli intervistati indica un aumento degli investimenti nel settore della sostenibilità ambientale, il 48% conferma il volume dei 12 mesi precedenti; il 50% prevede un aumento nel campo dell’efficientamento energetico, mentre il 46% conferma i valori precedenti; il 14% indica un aumento su risorse umane e formazione, l’85% conferma l’entità dei 12 mesi antecedenti; il 31% intende investire di più in ricerca e sviluppo, il 67% conferma i valori precedenti.
«Una larga maggioranza degli intervistati – sottolinea Confindustria Friuli Venezia Giulia – prevede infine una conferma delle attuali condizioni del credito, con il 98% che ritiene stabile l’andamento degli affidamenti per i prossimi 3 mesi, l’88% che stima tassi bancari invariati e il 98% che prevede una conferma delle attuali condizioni di garanzie».
Per Giuseppe Bono, presidente di Confindustria Friuli Venezia Giulia, ci sono «alcune priorità, ormai non più rinviabili per rilanciare la crescita e lo sviluppo. L’Italia deve imparare a fare squadra, a comprendere che solo attraverso l’impegno di tutti, che solo attraverso la consapevolezza del bene collettivo quale patrimonio comune da tutelare e valorizzare, si potrà arrivare a un Paese al passo con i tempi».
Non solo: per Bono «altro elemento importante dovrà essere dato dalla creazione delle condizioni per la crescita anche finanziaria delle Pmi, perché solo così questo importante segmento produttivo del Paese potrà competere in una economia non più di territorio ma sempre più mondiale. Lo stesso sistema confindustriale regionale – sottolinea Bono – ha ritenuto essenziale perseguire questo modello di allargamento e crescita della rappresentanza. Proprio perché consci che il limite regionale va ampliato, ci accingiamo a unificare il nostro operato con la Confindustria Veneto e con quella del Trentino. Sono certo che costituirà un modello più coerente di rappresentanza di un sistema produttivo che, specie nel NordEst del Paese, ha sempre cercato, quasi sempre con successo, di guardare oltre i limiti territoriali».
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