Dopo un negoziato durato due anni, il Consiglio intergovernativo dell’Unesco ha iscritto il territorio del “Monte Grappa” nella Lista delle Riserve di Biosfera Mab-Unesco, diventandone il XX campione.
«Il Monte Grappa e tutto il Veneto hanno ricevuto un riconoscimento prestigioso che premia le qualità del territorio nella relazione tra uomo e natura, confermando come, qui e in tutta la regione, il rispetto dell’ambiente e dell’ecosistema vada di pari passo ed in coerenza con lo sviluppo dell’attività umana – afferma con soddisfazione il governatore del Veneto, Luca Zaia -. Ancora una volta il Veneto è in prima fila con le sue eccellenze alle quali si aggiunge un altro prestigioso riconoscimento da parte dell’Unesco per una parte di territorio veneto che racchiude bellezza, storia, unicità, sostenibilità. Da questo punto di vista il Veneto è uno scrigno che passo dopo passo, sta ricevendo il giusto riconoscimento».
I lavori del Consiglio intergovernativo del Programma Mab-Unesco sono iniziati lunedì 13 e proseguiranno per tutta la settimana. La delegazione italiana, guidata dal professor Pier Luigi Petrillo, presidente del comitato tecnico nazionale Mab-Unesco, con la presenza dell’Ambasciatore italianoall’Unesco, Massimo Riccardo, al momento della proclamazione ha espresso viva soddisfazione per questo riconoscimento che conferma che è possibile e doveroso assicurare il benessere delle comunità e lo sviluppo economico attraverso la preservazione dei valori ecosistemi.
Dopo il negoziato di questi anni condotto dal professor Petrillo, il Consiglio intergovernativo del Programma Mab-Unesco si è convinto, all’unanimità, della assoluta qualità e unicità della candidatura del “Monte Grappa” giungendo a sottolineare, nella decisione finale, come il sito del “Monte Grappa” sia un «laboratorio di idee concrete e innovative» in settori cruciali quali l’economia circolare e la mobilità sostenibile, in piena coerenza con gli obiettivi di sviluppo sostenibile della Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
Per i valutatori, la nuova Riserva Mab rappresenta un «ponte bio-ecologico» tra la pianura padana e l’arco alpino sud orientale, punto di unione-divisione e, quindi, di equilibrio e scambio tra climi, ecosistemi, culture ed economie.
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