Guerra del Prosecco Italia-Croazia: atteggiamento pilatesco dell’Unione europea

Bizzotto: «uno scandaloso schiaffo in faccia al “Made in Italy”. Pronti alle barricate per difendere il nostro Prosecco». Dreosto: «difenderemo l’eccellenza della viticoltura del NordEst». Prandini: «intervenire per evitare l’attacco al vino italiano più diffuso al mondo». 

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Festival TrentoDoc vino italiano spumante prosecco bollicine versamento in bicchieri shutterstock

Dall’Europa arriva l’ennesimo scandaloso attacco al “Made in Italy” e al vino Prosecco: in risposta all’interrogazione urgente avanzata dall’eurodeputata leghista Mara Bizzotto in cui si chiedeva di «bloccare l’illegittima e fraudolenta richiesta avanzata dalla Croazia per il riconoscimento della denominazione del vino Prosek», la Commissione Europea ha annunciato «di aver valutato positivamente la richiesta croatache, secondo Bruxelles, sarebbe conforme “ai requisiti di ammissibilità e validità”, tanto da annunciare che “procederà ora alla sua pubblicazionenella Gazzetta Ufficiale dell’UE”» afferma Bizzotto leggendo la risposta datale dal Commissionario UE Wojciechowski alla sua interrogazione urgente nella quale chiedeva di fermare le «illegittime pretese della Croazia sulla denominazione Prosek».

L’eurodeputata vicentina è netta: «di fronte a questa folle decisione europea, siamo pronti alle barricate per difendere in ogni modo e in ogni sede il Prosecco italiano perché deve essere chiaro a tutti che l’unico vero Prosecco è quello prodotto nelle nostre terre, tanto da essere riconosciuto e tutelato dalle denominazioni DOC e DOCG. Altro che il Prosek croato».

«E’ chiaro a tutti che il “Prosekcroato è palesemente in conflitto con la DOP italiana Prosecco e con tutte le normative UE che tutelano in maniera stringente le produzioni a denominazione di origine protetta, e per questo è ancora più vergognosa la decisione della Commissione Europa di reggere il gioco alla Croazia nel suo pericolosissimo tentativo di danneggiare gli oltre 8.000 produttori italiani e di truffare i consumatori giocando sull’assonanza Prosecco/Prosek – continua Bizzotto -. Nei prossimi 2 mesi, che rappresentano i termini temporali per presentare ricorsi e obiezioniprima della decisione finale della Commissione UE, noi della Lega e tutto il nostro territorio porteremo avanti una battaglia campale per difendere la tipicità e la qualità del nostro Prosecco e il lavoro di migliaia di aziende. Sommergeremo Bruxelles di carte e metteremo in campo ogni iniziativa, anche la più clamorosa, per fermare i croati».

Netta la critica anche dall’eurodeputato friulano Marco Dreosto (Lega): «la Commissione europea non scherzi sul Prosecco. Siamo pronti a portare i produttori del Prosecco davanti alla Commissione europea a Bruxelles per protesta qualora la Ue dichiarasse la volontà di riconoscere l’indicazionegeografica protetta per il vino croatoProsek”. Siamo stanchi di un’UE che continua a penalizzare le eccellenze del “Made in Italy” e su questo siamo pronti a mobilitare i produttori e gli amanti del Prosecco, vero fiore all’occhiello del NordEst, che nulla ha che vedere con il “Prosekcroato. In questo momento è il caso di creare un fronte comune italiano per scongiurare questa sciagurata decisione. Bisogna difendere gli interessi degli agricoltori italiani in Europa».

Allarme rosso anche da Coldiretti, anche per il record storico dell’export di Prosecco nel mondo, cresciuto del 35% nei primi sei mesi del 2021, ma che contraddice anche in maniera clamorosa la recente sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea che ha dichiarato illegittimi proprio i nomi truffa che evocano in modo strumentale ed ingannevole prodotti a denominazione di origine riconosciuti e tutelati dall’Unione Europea come la star delle bollicine italiane.

«E’ necessario fare presto per fermare una decisione scandalosa che colpisce il vino italiano più venduto nel mondo – afferma il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini -. «Si tratta di un precedente pericoloso che rischia anche di indebolire la stessa Ue nei rapporti internazionali e sui negoziati per gli accordi di scambio dove occorre tutelare la denominazione Prosecco dai falsi come in Argentina e Australia».

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