Il settore edile italiano ha registrato ad agosto una crescita senza precedenti, trainata anche dal “Superbonus 110%”, con l’attività totale che è aumentata ad un tasso mai osservato in 22 anni per via dell’espansione record dei nuovi ordini.
Dopo le dovute destagionalizzazioni, l’indice principale dell’indagine Ihs Markit sul settore edilizio italiano, che monitora i cambiamenti su base mensile del volume totale delle attività edili, ad agosto ha raggiunto 65,2, in forte salita da 55,8 di luglio. L’ultimo dato ha segnalato la settima espansione mensile consecutiva dell’attività edile italiana, con un tasso di crescita che è stato il più veloce mai osservato dall’inizio della raccolta dati nel lugliodel 1999.
«Rimangono evidenti le preoccupazioni sulla catena di distribuzione e sui costi. I tempi medi di consegna dei fornitori si sono allungati notevolmente e il tasso di inflazione dei costi è accelerato ancora una volta sino a raggiungere il secondo livello più veloce record per via della carenza dei materiali e i maggiori prezzi delle materie prime – commenta Lewis Cooper, economista di Ihs Markit -. Detto ciò, le aziende edili italiane hanno mantenuto un forte ottimismo riguardo all’attività del prossimo anno e, con gli ultimi dati Pmi che mostrano un tasso di crescita record nel settore, non si vede ancora alcun segnale di rallentamento».
Se l’edilizia italiana sorride, quella europea è preoccupata perché scende leggermente l’indice Pmi delle costruzioni nell’Eurozona. Ad agosto scorso l’indice calcolato da Ihs Markit si è attestato su 49,5 punti dai 49,8 di luglio. La contrazione è stata più marcata per l’attività commerciale e civile, mentre l’edilizia abitativa è aumentata al ritmo più veloce da maggio. Il comparto è comunque in contrazione visto che il valore è inferiore a 50, spartiacque tra riduzione ed espansione delle attività.
«La flessione nel settore edile della zona euro si è estesa ad agosto, poiché le imprese hanno riportato un calo dell’attività leggermente più rapido – afferma Usamah Bhatti, economista di IHS Markit -. Tuttavia è ripresa la crescita dei flussi di nuova produzione, seppur a ritmi marginali, segnando il terzo aumento dei nuovi ordini in quattro mesi. Le aziende hanno, inoltre, continuato a segnalare carenze diffuse di materie prime e manodopera in tutto il blocco e oltre, il che ha messo a dura prova le catene di approvvigionamento e gli oneri dei costi».
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