Per il leader della Lega di governo e di lotta, Matteo Salvini, l’estate non ha portato bene e il continuo slalom tra posizioni spesso in contrasto tra loro stanno portando lo storico partito della difesa degli interessi del Nord, oltre ad un’indigestione da rospi, ad un continuo calo nei consensi dei potenziali elettori, a tutto vantaggio di Giorgia Meloni.
Il sorpasso di Fratelli d’Italia ha bruciato e molto al leader leghista che tenta tutte le possibili strategie per cercare di non ampliare il distacco che ormai sta allargandosi ad oltre il punto percentuale, incalzato pure da un Pd che, nonostante tutte le difficoltà di Letta, sta guadagnando settimana dopo settimana frazioni di consenso. E, se la tendenza non s’inverte rapidamente, lo scenario per l’ex primo partito d’Italia passare da seconda a terza forza politica non è affatto irrealistico.
Intanto, Salvini deve andare forte di antiacido e di digestivi per tutti i rospi che deve inghiottire per mantenere la Lega nella nave del governo Draghi. Di fatto, l’azione politica della Lega è di molto limitata e tutte le bordate lanciate contro ministri oggettivamente inadeguati (da Speranza a Lamorgese e Bianchi) sono finiti nel nulla. Pure il premier Mario Draghi rispedisce al mittente anche il tentativo di evitare l’obbligo di vaccinazione anti Covid, nonostante gli sforzi del leghista.
Insomma, Salvini deve definire una volta per tutte la sua politica, facendo una chiara scelta di fondo: Lega di governo o Lega di lotta. Impersonare tutte e due non paga elettoralmente.
Ecco come la graffiante matita di Domenico La Cava interpreta la situazione.
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