Autobrennero, concessione nuovamente scaduta al 31 luglio. E ora?

Il polo autostradale del NordEst proposto da Zaia è l’unica soluzione di buon senso, che guarda al futuro, senza fermarsi al giardinetto locale, dove ci sarà sempre e comunque lo Stato presente al 50%. 

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Autobrennero

L’ennesima proroga di Autobrennero, l’ultima di una lunga serie emanata in ben 7 anni, è scaduta con il 31 luglio scorso e ancora non si sa nulla circa il suo futuro. In attesa che il governo Draghi decida sul da farsi, la regione Trentino Alto Adige, azionista di maggioranza relativa dell’A22, sta cercando di fare una cordata con la regione Emilia Romagna per andare oltre alla finora ipotizzata societàin house”, proponendo un partenariato pubblico privato (PPP) per cercare di tenere in mano la gestione dell’infrastruttura. Ma la strada è in salita.

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Secondo “Lo Schiacciasassi” lo scenario proposto dal governatore del Veneto, Luca Zaia, di usare la Cav – Concessionaria autostrade venete, titolare della tratta Padova-Mestre e del passante di Mestre – potrebbe essere la soluzione più rapida ed immediata, oltre a proiettare il sistema infrastrutturale locale nel futuro.

Constatato che l’Italia non è la Spagna in fatto di autostrade a fine concessione (con il governo iberico che ha correttamente liberalizzato senza pedaggio le autostrade costruite ed ammortizzate, per oltre 1.100 km di rete nel corso degli ultimi tre anni), la Commissione europeaha imposto all’Italia due soluzioni: o la gara europea con libera partecipazione a tutti i competitori o l’assegnazione diretta senza gara a società dove lo Stato abbia almeno il 50% della proprietà e abbia in mano il comando.

In questo secondo scenario, Cav torna utile alla bisogna, visto che la società è posseduta da Anas e regione Veneto pariteticamente al 50%. Basterebbe portare in Cav le concessioni autostradali già scadute (Autobrennero e Autovie Venete), facendo calare la presenza della regione Veneto per fare posto agli altri enti locali azionisti delle due società, regione Trentino Alto Adige, province lungo il tracciato di Autobrennero e regione Friuli Venezia Giulia.

Cav avrebbe dalla sua anche uno scenario di rilevare entro il 2026 (ma secondo alcuni anche prima) anche la concessione di Brescia-Padova e Valdastico, oltre che, a scadenze temporali più in là nel tempo, della Padova-Bologna o della Udine Tarvisio. Ne nascerebbeun polo autostradale del NordEst secondo solo ad Autostrade per l’Italia, davanti al gruppo Gavio attivo nelle concessioni del NordOvest, capace di agire sia sul calmieramento consistente dei pedaggi e sulle logiche di intermodalità per gestire meglio di oggi la logistica del trasporto merci.

Un politico locale dovrebbe avere il coraggio di buttare il cuore oltre l’ostacolo, preferendo partecipare ad una realtà più grande anche con un minore peso azionario, piuttosto di trovarsi come azionista – sempre di minoranza: lo Stato deve essere sempre in maggioranza – di una realtà più piccola e con raggio d’azione limitato.

Sono in casi come questi dove si può misurare se un amministratore locale è solo un politicante di piccolo cabotaggio o un politico dotato di visione e di lungimiranza che va anche oltre il proprio mandato.

Ecco come la graffiante matita di Domenico la Cava interpreta la situazione.Autobrennero

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