Concerto di Vasco Rossi a Trento: forse troppi 2,5 milioni per ospitare l’evento

Per l’evento di apertura del tour 2022 del cantante emiliano la Provincia di Trento intende spendere un botto per un evento normalmente di carattere commerciale. Ma la Lega è sicura che il messaggio veicolato da Rossi sia in linea con la politica del partito di Salvini?

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Vasco Rossi

Il cantante emiliano Vasco Rossi potrebbe aprire il tour 2022 a Trento previo il pagamento da parte dell’organizzazione pubblica – la provincia di Trento – di una quota di circa 2,0-2,5 milioni di euro tra le spese di approntamento dell’area su cui allestire il palco, i relativi servizi di terra per la mobilità e sicurezza, oltre all’acquisto di circa la metà dei 120.000 biglietti previsti per l’evento.

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Di fatto, un fortissimo investimento pubblico per un evento di spiccata natura commerciale, che di ricadute culturali e turistiche ha ben poco, sia per la durata dell’evento limitata al giorno del concerto che per la notorietà dell’artista che nell’ambito dell’EuregioTirolese (cui dovrebbero essere girati la metà dei biglietti) pare essere poco diffusa.

Attorno all’evento promosso dalla provincia ed in particolare dal suo presidente, il leghista Maurizio Fugatti, sono sorti più problemiche fattori positivi, ad iniziare dai problemi logistici connessi all’effettuazione dell’evento, visto che l’area al momento individuata, quella di San Vincenzo nell’immediata periferia sud della città di Trento che avrebbe dovuto ospitare l’area militare, è troppo piccola rispetto alle esigenze della macchina organizzativa del concerto che parla di una superficie di almeno 25 ettari tra palco, parcheggi dei mezzi della produzione e del pubblico e l’area per assistere all’evento. Per non dire dell’accessibilità della stessa, con troppi vincoli fisici che impediscono un facile e corretto afflusso e deflusso del pubblico.

Ma i maggiori dubbi aleggiano attorno all’ammontare della cifra necessaria per ospitare l’evento con protagonista Vasco Rossi. Da parte di molti si critica la spesa di oltre 2 milioni di euro pubblici per favorire di fatto il lucro di un privato, per di più con un ritorno d’immagine e di presenze non scontato. Anche sulle ricadute economiche sulla città da parte del pubblico sorgono molti dubbi, anche perché chi frequenta questo genere di eventi tende ad essere autonomo o al più per una “toccata e fuga” limitata solo alla durata dello spettacolo. Per non dire che la stessa Provincia afferma di non avere fondi a sufficienza per altre necessità, ad iniziare dal rinnovo del contratto di lavoro dei dipendenti pubblici, con ovvia insoddisfazione dei sindacati.

Il rischio è che il finanziatore pubblico dell’evento si ritrovi con il cerino acceso in mano, con tanti biglietti invenduti, un ritorno d’immagine scarso e la mannaia della Corte dei conti pronta a calare sull’ennesimo caso di sperpero di soldi pubblici.

Poi, altro aspetto da non sottovalutare, è legato al messaggio che Vasco Rossi rivolge al pubblico, fatto di elogio degli eccessi, di andare oltre le regole, di utilizzo di quelle sostanze stupefacenti verso cui la Lega di Salvini sta facendo una delle sue battaglie: è opportuno che il primo governo a trazione Lega della storia dell’Autonomia trentina s’imbarchi in un’avventura del genere?

Ecco, se Fugatti e Co. intendono rilanciare l’immagine del Trentino e favorire la conoscenza dell’Euregio Tirolese forse è meglio che ripieghino su un evento con protagonista qualche gruppo di schuhplatter, assai più gradito a nord di Trento, dove forse anche qualche esponente della giunta potrebbe dare il suo contributo con la tipica tenuta di braghe di pelle per i maschietti e dirndl per le fanciulle. Costerebbe assai meno, non avrebbe problemi logistici – si potrebbe allestire anche negli spazi di Pazza Dante, davanti ai palazzi del potere locale – e avrebbe più gradimento da parte del pubblico dell’Euregio Tirolese, nostalgici tirolesi inclusi.

Ecco come la graffiante matita di Domenico La Cava interrotta la vicenda.Vasco Rossi

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