Stop a grandi navi alla Marittima di Venezia: attesa una perdita di almeno 82 milioni per l’economia cittadina

Secondo la Cgia, gli indennizzi promessi dal governo Draghi (25 milioni) coprono solo una minima parte dei mancati guadagni per il tessuto economico. 

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Sul divieto di attracco al terminal della Marittima a Venezia delle grandi navi da crociera è allarme rosso tra gli imprenditori cittadiniper via delle perdite che il tessuto economico dovrà sopportare.

Secondo la Cgia, nel 2022, attraverso il decreto legge 103 del 20 luglio scorso, il Governo ha di messo a disposizione del gestore del terminal e delle imprese di cui lo stesso si avvale rimborsi pari a 25 milioni di euro. Secondo una stima dell’Ufficio studi della Cgia, le perdite si aggireranno, invece, almeno sugli 82 milioni di euro. Il divieto di transito delle grandi navi nel bacino di San Marco avrà, per gli operatori veneziani del settore e per l’intera città, un saldo negativo pari a 57 milioni di euro.

Per il presidente della Cgia, Roberto Bottan, «i cosiddetti ristori, ovvero i contributi a fondo perduto e le risorse messe a disposizione per il rifinanziamento del Fondo sociale per l’occupazione e la formazione, l’anno prossimo copriranno solo il 30% delle perdite ascrivibili al trasferimento delle navi di grande stazza a Marghera. Una misura del tutto insufficiente».

La Cgia ha valutato in 82 milioni le perdite derivanti dal divieto calcolando che l’impatto economico della crocieristica sul tessuto economico veneziano è stato oggetto di uno studio effettuato per conto dell’Autorità Portuale. La ricerca è stata realizzata nel 2013 e i dati si riferiscono al 2012. Sebbene questo studio sia datato, è comunque l’unico presente in grado di valutare le dimensioni economichedel settore crocieristico a Venezia. Si tratta di un ammontare complessivo stimato, allora, in poco meno di 284 milioni di euro all’annodi cui 207 milioni derivante dalla spesa dei passeggeri che scendono a terra prima o dopo la crociera, oppure, se in transito, quando questi turisti trascorrono qualche ora in città.

Nella relazione tecnica al decreto legge n. 103/2021, si fanno alcune previsioni relative al 2021 e al 2022. In riferimento a questo ultimo anno, i tecnici del ministero delle Infrastrutture prevedono circa 248 navi in arrivo al terminal passeggeri di Venezia (con una riduzionedel 40% a causa dell’emergenza Covid rispetto ai valori del 2019); ipotizzano inoltre che, in seguito alle nuove limitazioni, 128 navi decideranno di cambiare itinerario escludendo Venezia, mentre le altre 120 approderanno al nuovo terminal di Porto Marghera.

Sulla base di queste informazioni e utilizzando le grandezze economiche della ricerca sopracitata, l’Ufficio studi della Cgia ha ipotizzato che nel 2022 il danno economico diretto (senza considerare gli effetti indotti) per l’economia locale sarà pari ad almeno 82 milioni di euro di cui 58 milioni riconducibili alla mancata spesa dei crocieristi in beni e servizi locali.

Forse bisognerebbe riprendere in mano la decisione e valutare attentamente l’opportunità di creare una nuova via d’accesso alla Marittima attraverso il canale dei petroli per evitare una pesante ricaduta sull’economia cittadina.

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